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Questo itinerario ci accompagnerà verso la cima dell’Ortigara, passando per Forte Interrotto, la Val Galmarara e Bivio Italia. Ritorno per Malga Moline ed un interessantissimo 836.
A fine pagina non perdetevi il racconto “MONTE ORTIGARA 100 ANNI DOPO” di Massimo Bordin e la mappa del percorso!
Iniziamo il nostro giro di oggi su strada asfaltata, partendo dal parcheggio del Palaghiaccio di Asiago. Arrivati all’abitato di Camporovere, e dopo aver girato a destra, continuiamo a salire. La strada ben presto diviene sterrata, e i suoi ampi tornanti ci portano in breve tempo ad ammirare Forte Interrotto.
Il forte, restaurato di recente è sede oggi di mostre e concerti ed offre una piacevolissima veduta sulla città di Asiago e i suoi dintorni. Dopo aver scattato un po’ di foto, riprendiamo le bici e puntiamo in direzione Val Galmarara, che raggiungeremo tra 5 km, dopo aver oltrepassato il Monte Mosciagh. Ora cerchiamo una pedalata regolare, perché la strada continua a salire, e lo farà fino alla cima. Al km 14 troviamo Malga Galmarara, e con lei la ghiotta occasione per una piacevole sosta gastronomica, cercando naturalmente di non “caricarci” troppo perché la strada è ancora lunga.
Torniamo in sella per continuare il nostro viaggio nella storia di questa montagna, arriviamo a Bivio Conrad e, successivamente, raggiungiamo con pendenze moderate anche il più nominato Bivio Italia.
Da qui in avanti le testimonianze della Grande Guerra si susseguono una dopo l’altra e le nostre bici sembrano percepirlo, rallentando il passo, o forse sono i nostri pensieri che, spinti da un’inconscia ricerca di consapevolezza umana, rallentano, cercando in qualche modo di farsi raggiungere dai ricordi delle vicende qui avvenute.
Ed ecco che lassù, in lontananza, già si vede la colonna mozza con la scritta “PER NON DIMENTICARE”, posta dagli Alpini nel 1920 in memoria dei caduti, durante quello che venne definito: il primo raduno nazionale degli Alpini, che diverrà poi, a cadenza annuale, un appuntamento fisso. La colonna spezzata è il simbolo di questa cima, testimone inconsapevole di un massacro che qui si svolse nel giugno del 1917, e fu terribile. Migliaia e migliaia di morti. Inutile dire che qui, risate o schiamazzi sono totalmente fuori luogo.
L’Ortigara è ormai sotto i nostri piedi, accompagnamo a spinta la nostra Mtb verso la cima, in silenzio. Il vento forte si fa sentire, e ci suggerisce un cambio d’abiti, ormai bagnati dalla salita, prima di scattare qualche foto camminando nei paraggi.
Ci prepariamo alla discesa, lasciandoci alle spalle questo monte, ora divenuto, grazie alle opere di recupero, ecomuseo della Grande Guerra. Scendiamo verso la campana, seguendo il sentiero N. 839, facendo molta attenzione perché a tratti non è ciclabile: resta comunque sempre del tutto gestibile la sua percorrenza.
Prima di arrivare al Bivacco Campoluzzo, abbandoniamo l’839, restando sulla mulattiera, in salita. Appena scollinato, attenzione al gps, perché la traccia vi porta a tagliare due curve su sentiero. Questo tratto è bello, selvaggio, e ci permette di arrivare agevolmente e sempre pedalando al Rifugio Adriana.
Più avanti, superiamo Selletta Caviglia seguendo le indicazioni per Monte Forno, ma senza arrivarci, perché prendiamo a destra il sentiero N. 836. In questo tratto guidato possiamo approfittarne per divertirci un po’, cercando comunque sempre di porre la massima attenzione richiesta dal percorso. Arrivati, con grande soddisfazione, alla fine del sentiero, non ci resta che seguire la Val di Nos e poi altre strade secondarie come da traccia, per riavvicinarci ad Asiago.
Finisce qui un’escursione impegnativa, ma allo stesso tempo importante e forse anche molto desiderata, che ci fa pensare: Ortigara, saresti stato bello anche senza tutto quell’orrore che ci ha portato sulla tua vetta, per non dimenticare, quell’assurdo giugno del 1917. Mai più, mai più, mai più.
Il racconto:
LINK -> www.mtbtech.it/monte-ortigara-100-anni-dopo di Massimo Bordin
Le tracce presenti e scaricabili sono frutto della nostra personale registrazione. Non ci assumiamo alcuna responsabilità riguardo la correttezza della traccia stessa e tantomeno della condizione e percorribilità dei sentieri, poiché la loro situazione è in continuo evolversi. Ricordiamo che la percorrenza dei sentieri e strade montane, CAI e non, è disciplinata da regolamenti Nazionali, Regionali e Provinciali che in alcune circostanze NON permettono la percorrenza ai ciclisti, pertanto è doveroso informarsi riguardo tali norme e rispettare quanto indicato, anche dovendo smontare dalla propria bici e proseguire a piedi. È vivamente consigliato percorrere le tracce accompagnati da personale esperto che conosca il territorio ed il percorso.
Per informazioni info@mtbtech.it