In occasione dei prossimi mondiali MTB Marathon che si terranno questo weekend a Laissac, in Francia, abbiamo fatto quattro chiacchiere con il fresco CAMPIONE ITALIANO MTB MARATHON 2016 Juri Ragnoli del SCOTT RACING TEAM!
Juri conquista dopo 4 anni il titolo Italiano Mtb Marathon, un risultato frutto di lavoro, passione e sacrificio!
Un intervista che vi farà conoscere l’atleta bresciano più a fondo!
- Dopo tanti sacrifici è arrivato finalmente il titolo tricolore Marathon. A chi vuoi dedicare questa vittoria?
- La vittoria la dedico a mio suocero Walter. Per tre anni ha dovuto combattere con una brutta malattia. La mountain bike e i campi di gara sono stati il suo più grande svago in una vita frenetica fatta di tanti sacrifici. Lui ci teneva moltissimo e mi ha sempre supportato incitandomi ad ogni appuntamento. Walter mi ha trasmesso la determinazione che è stata sicuramente fondamentale per affrontare i duri sacrifici. Il tricolore è anche suo.
- Nelle corse conta più la testa il cuore o le gambe?
- Per avere le gambe pronte e reattive bisogna prima avere la TESTA! Per fare un’adeguata preparazione bisogna avere la TESTA. Durante la prestazione la TESTA “allenata” serve per gestire al meglio fattori psicologici quali tensione, aspettative, insicurezze e influisce sulla gestione delle proprie energie e della tattica di corsa. In altre parole la TESTA è il fattore determinante.
- Lo SCOTT RACING TEAM ti accompagna da più stagioni. Che tipo di rapporto si è creato con i ragazzi del gruppo?
- Questa è la settima stagione in SCOTT e non è un caso. Per essere competitivo ho bisogno di avere dei referenti concreti che mi supportino al 100% e da questo punto di vista SCOTT è un’ottima squadra. Solo in un ambiente positivo riesco a dare il massimo e la condivisione e la fiducia sono al primo posto per raggiungere gli obiettivi. L’ambiente è stimolante e non avere pressioni addosso è un grande vantaggio. Il gruppo di quest’anno è molto vario e affiatato, e ognuno sta imparando molto dagli altri.
- Recentemente hai partecipato al Reality su Bike Channel “MTB Sfida ai pro”. Ti sei divertito?
- Divertito, a dir poco :). Inizialmente ero molto timoroso, avevo paura di non riuscire a fare allenamenti/riposi adeguati per la mia preparazione e quella settimana cascava proprio in un periodo topico, ma con il mio preparatore Simone sono riuscito a convincermi che poteva essere un’esperienza positiva sia dal punto di vista mediatico, ma anche dal punto di vista atletico e così è stato. E’ stato divertente. Inoltre passare una settimana con tutto il team è stato positivo per tutta la squadra! Ne siamo usciti più uniti e affiatati.
- Quali sono gli obiettivi della stagione?
- Gli obiettivi da qua in avanti saranno in primis il mondiale marathon che si corre domenica prossima a Laissac Francia, e cui tengo molto dopo la delusione dello scorso mondiale. Come obiettivi primari inoltre ci saranno le due corse a tappe più importanti d’Europa da correre in coppia quali la Bike Transalp di metà luglio e la Swiss Epic di settembre, ma anche due classicissime del panorama internazionale, la Dolomiti Superbike del 9 luglio e la Roc d’Azur il 7 ottobre.
- Cosa ne pensi delle bici full/front che hai in dotazione?
- La progettazione delle bici mtb da gara negli ultimi anni/decenni è in pieno fermento: nuove tecnologie di realizzazione, nuovi processi produttivi, nuovi materiali e soprattutto nuove idee stanno portando a mezzi sempre più performanti. Le mie bici, nonostante telaio e alcuni componenti siano stati progettati ormai qualche anno fa, sono degli ottimi “cavalli di battaglia”, che hanno poco da invidiare alla concorrenza, soprattutto il modello Spark. Quando mi trovo su un percorso adatto ad una bici full, sono conscio di avere una marcia in più.
- Quale atleta maggiormente ti ha ispirato?
- Ci sto pensando ora per la prima volta e sinceramente non ce ne ho uno in particolare. Nel corso degli anni ho cercato di apprendere qualcosa da tutti ad ogni livello.
Foto di Enrico Andrini