Codice NORBA, il regolamento per le mountain bike
N.O.R.B.A. National Off Road Bicycle Association
Come in tantissimi settori (industria, informatica, alimentazione, mobilità ecc.) gli anni successivi ad una novità o invenzione, sono seguiti dalla regolamentazione della stessa. Il nostro sport nasce in America ed è li che nel 1983 nasce N.O.R.B.A., acronimo di National Off Road Bicycle Association.
L’associazione promuove lo sport della Mountain Bike nel senso più ampio del termine, dagli eventi più piccoli alle manifestazioni più prestigiose; dalla partnership con gli atleti più forti e famosi della specialità, alla redazione di alcune regole di buon comportamento che andremo ad analizzare nell’articolo.
N.O.R.B.A. lavora anche a stretto contatto con I.M.B.A. ovvero l’International Mountain Bike Association nata nel 1988, che ormai ha corrispondenze in moltissimi stati in tutto il mondo. Ovviamente ci siamo anche noi, ed esplorando il sito italiano, www.imba-italia.org è possibile apprezzare come i principi espressi dal Codice NORBA vengano trasmessi a livello internazionale. Per esempio, come recita la home del sito, “IMBA ha come obiettivo assicurare e sviluppare un accesso sostenibile ai sentieri per i biker integrando la mountain bike con il territorio e le comunità” che sono concetti presi dal codice che andremo a mostrarvi.
Il Codice NORBA, di cui vedete i dieci punti in grassetto in lingua originale (versione compatta), è appunto una raccolta di norme di buon comportamento che favoriscono l’immagine del nostro sport, oltre che la sicurezza di chi lo pratica, ma non solo.
Dopo ogni punto vi proponiamo la nostra personale interpretazione del testo originale e attendiamo i vostri commenti per sapere cosa ne pensate!
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Always give priority to non-motorized hikers (both downhill as up)
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Decrease your speed and use caution when you meet other tourists (manhole)
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Always check your speed in order not to endanger others and themselves
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Never leave the marked trails
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Do not harass and frighten wild or domestic animals
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Do not leave or bury the waste
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Respect the public and private property
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Always try to be self-sufficient and appropriate to your level
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Avoid traveling alone especially in remote areas
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To minimize the impact on the environment that surrounds us
Dare la precedenza agli escursionisti non motorizzati
Sembra una pratica scontata ma non sempre viene automatico farlo. Eppure è fondamentale perché le persone giudicano la mountain bike dal comportamento delle persone che la praticano. A chi non è mai capitato di vedere padri di famiglia fare scudo alla propria prole al vostro arrivo a bordo della biga? A me è successo ed è stato imbarazzante perché, nonostante avessi moderato la velocità, mi ha fatto sentire “pericoloso”, quando in realtà la mia reputazione era già stata definita da qualche altro biker evidentemente poco rispettoso. Nota: anche in salita la precedenza va data ai pedoni.
Ridurre la velocità e prestare attenzione quando s’incontrano altri escursionisti
La velocità. Sinonimo di adrenalina ma anche di pericolo. La velocità fa la differenza tra una caduta che fa sorridere i presenti e una visita in terapia intensiva. E’ fondamentale moderare la velocità quando vediamo delle persone sui sentieri, e fare in modo che possano accorgersi della nostra presenza prima del nostro arrivo.
Regolare sempre la velocità per non mettere in pericolo gli altri e se stessi
Sempre in tema velocità, è importante regolarla anche in relazione al terreno ed alla visibilità. Nell’ affrontare le curve per esempio, bisogna valutare la possibilità di trovare qualcuno in traiettoria. Inoltre va considerato il grado di esperienza di ciascuno.
Rimanere sui percorsi già tracciati
Rimanere su percorsi già tracciati, oltre a limitare l’impatto che inevitabilmente causiamo a vegetazione e terreno, ha anche altri vantaggi in merito alla sicurezza. Per esempio in caso sia necessario chiamare i soccorsi, sarebbe sicuramente più semplice per i volontari trovarvi lungo un sentiero tracciato, piuttosto che in qualsiasi altro luogo. Inoltre evitando di tagliare per terreni molli si limita l’erosione causata dallo scorrimento delle acque piovane che dovessero trovare un manto erboso abraso.
Non spaventare gli animali, sia domestici che selvatici
Va dato loro il tempo di spostarsi dalla vostra strada. Mi viene in mente che spesso i sentieri attraversano i pascoli, e in quel caso siamo noi gli ospiti. Io non me la sento di dare fastidio a degli animali che pesano quasi come una piccola utilitaria. 😉 Voi?
Non lasciare rifiuti
Non dovrebbe nemmeno essere necessario scrivere regole del genere, che dovrebbero già essere impresse nelle nostre menti e automatiche. Tuttavia succede di trovare rifiuti di ogni genere tra i nostri amati boschi. Portate con voi i vostri e, se possibile, raccogliete quelli abbandonati dagli altri.
Rispettare le proprietà pubbliche e private
Eventuali cancelli vanno lasciati così come sono stati trovati. Qualora sia possibile, sarebbe buona norma chiedere il permesso di entrata nei terreni privati. Oltre ad essere una regola di buona educazione, fa piacere a chiunque che venga rispettata la propria persona e relativa proprietà. Ne guadagna in immagine lo sport e tutti i biker;
Essere sempre autosufficienti ed essere coscienti del proprio livello di preparazione
Essere sempre autosufficienti è importante sia per la sicurezza che per la soddisfazione personale. Lunghezza e difficoltà dei percorsi vanno scelte in base a capacità personale, equipaggiamento, terreno, condizioni meteorologiche esistenti e quelle previste. Faccio l’esempio di un qualsiasi corso o gita organizzata. Se mentiamo a noi stessi sulle nostre capacità, potremmo rovinare il giro a tutto il gruppo o ancora peggio incorrere in incidenti e mettere in una brutta posizione istruttori e/o organizzatori. Il fatto che ci sia personale qualificato a “vegliare” su di noi non ci autorizza a prenderci rischi che non siamo capaci di gestire! Concordate?
Non viaggiare da soli in zone isolate e se si devono coprire lunghe distanze
Riprendendo un concetto che ho esposto nel punto precedente, mi viene in mente l’esempio un canyon strettissimo e profondo in cui sarebbe emozionante infilarsi in bici. Se doveste ferirvi in un posto del genere i soccorritori avrebbero un bel daffare a tirarvi fuori. Comunicare la destinazione ed il programma di viaggio a qualcuno (famigliari o amici) è una scelta molto saggia in quanto darebbe la possibilità di partire da qualcosa di certo per le ricerche in caso di incidente. Una mia personale interpretazione è anche quella di andare controcorrente rispetto alla fiducia incondizionata che ormai abbiamo nella tecnologia. Ricordiamoci che le batterie si scaricano, gli apparecchi in genere soffrono le temperature molto calde e quelle molto fredde oltre che l’umidità. Non sempre i luoghi che frequentiamo sono coperti da segnale, rete telefonica ma anche quella gps non è del tutto infallibile. La cosa più ragionevole è integrare il nuovo con il vecchio perché una bussola e una cartina hanno un peso irrilevante quando si parla di sicurezza;
Rispettare la filosofia del ciclo-escursionismo volta al minimo impatto con la natura
Possiamo benissimo limitarci a scattare fotografie e soprattutto fare attenzione a minimizzare i segni del nostro passaggio. Portiamoci via solamente i bei ricordi, anche se non credo serva dirlo. Ossessionati come siamo dal peso di qualsiasi cosa ci portiamo dietro, non penso venga voglia di mettere pietre nello zaino. 🙂
Compresi i principi del Codice NORBA, condivisi a livello internazionale da molte associazioni compresa I.M.B.A., vediamo che sono di facile applicazione e che portano beneficio in maniera concreta all’immagine del nostro sport, alla sicurezza ed alla natura. Sentieri sempre più affollati e norme ambientali sempre più severe potrebbero un giorno costringerci in spazi dedicati, come sta già succedendo per altri sport che hanno un impatto ambientale non trascurabile.
La soluzione però ce l’abbiamo già, ovvero delle norme di comportamento ragionevoli e che tutelano la natura e tutte le figure che usufruiscono dei sentieri.
Voi che ne pensate?
Fateci sapere il vostro punto di vista attraverso i commenti all’articolo e sui social!
Testo: Paolo Forner
Foto: Archivio MTBTech
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