La mia VENETO GRAVEL 2021
400km tra panorami, amicizia e un bicchiere di vino
Si è conclusa anche quest’anno la Veneto Gravel 2021, l’evento ultramarathon unsupported gravel che ha attraversato alcune delle nostre città venete e con lunghi passaggi nella natura di molte località dislocate lungo i 400km o 700km dei due percorsi nei quali si sono cimentati oltre 600 iscritti partendo dal venerdì pomeriggio al sabato mattina dalla suggestiva cornice di Piazzola sul Brenta (PD).
Dalla cittadina padovana, il percorso proseguiva facendo tappa a Bassano del Grappa per poi passare attraverso il Feltrino, il Bellunese, Caorle, Treviso, Padova, il Polesine e Verona. Ha fatto assaporare ai partecipanti molto di quello che il Veneto può offrire: dai mille scorci nelle città d’arte alla laguna e ai fiumi, senza tralasciare tutte le opportunità di assaporare la cucina e il buon vino dei colli trevigiani, Berici ed Euganei.
La bellezza di una ultramarathon di questa entità (per ora la più lunga d’Europa) sta nelle molteplici tipologie di approccio sia umano e morale (ognuno con la sua mission personale o di gruppo) sia tecnico, dove si sono viste le bici gravel nella loro miglior espressione tecnica, con borse e attrezzature da viaggio dislocate tra telaio e manubrio e con tutti gli strumenti ad hoc per la navigazione.
Altra particolarità di questo tipo di format è la libertà di decidere se partire da soli o in compagnia, pedalare di giorno o di notte. Il trovare lo spirito giusto con i compagni di viaggio lungo le giornate passate a pedalare magari a tutta velocità o in piena tranquillità fa in modo che ognuno alla fine si ritrovi con un bagaglio tutto suo costruito chilometro dopo chilometro, salita dopo salita, con un bicchiere di vino o un panino al volo in qualche bar di qualche paese a qualche chilometro e a qualche ora del giorno o della notte.
Centinaia di aspetti emotivi e fisici entrano in circolo una volta in sella e potrei impiegarci ore (probabilmente anche le 18 ore che ho pedalato per riempire la mia di valigia di esperienza di viaggio) per cercare di esprimere cosa si prova… e già sono curioso di vivere nuovamente la prossima edizione per avere dei confronti a tutto campo…
Ma l’esperienza di questa Veneto Gravel, che “tatuaggi” mi ha lasciato addosso?
Beh…non impossibile da fare! La traccia da 400km era ben bilanciata in maniera da non friggere le gambe e misto tra gravel e strade asfaltate quasi sempre non ad alto scorrimento ma…tra le cose più belle in assoluto che ora resteranno indelebili.
Ascoltare il proprio respiro e alzare gli occhi per rimanere stupiti del panorama di un lago, immortalare nella propria mente (e nella fotocamera) immagini di scorci fantastici dai colori del cielo primaverile di un blu intenso e limpido… il sudore, la pioggia scesa a scroscio a parecchi chilometri dal check-point successivo e dalla nostra accomodation notturna, la pelle che velocemente arrossiva dal sole… le borracce d’acqua che sembravano un solo bicchiere…le persone incontrate e i curiosi che ci fermavano per chiedere cosa stavamo facendo…chi dopo una salita ci ha aperto il cancello di casa sua per una rinfrescata alla fontana e un bicchiere di vino in velocità, il segnale gps e il navigatore che a volte facevano dannare ma in tutto questo, lentamente mi sembrava di sfogliare un libro dove ad ogni capitolo corrispondeva un’emozione…
E nello scrivere queste poche righe “di getto” mi viene inesorabilmente la voglia di scorrere le foto scattate e di pensare alla nuova dimensione del mio orizzonte… più grande, più esteso, più colorato, più vissuto e da vivere ancora e ancora!
Testo e foto: Andrea Brunato