LE 10 DOWNCOUNTRY PIÙ INTERESSANTI DEL 2022
Immaginavamo potesse accadere: in molti non hanno ben capito cosa sono le downcountry o le stanno confondendo le Cross Country o con le Trailbike, non conoscendo la differenza tra queste tre tipologie di mtb. Da un anno infatti la parola Downcountry sta riempiendo la bocca degli appassionati delle ruote tassellate, un termine che porta spesso a discussioni tra chi le pone più vicine alle Cross Country e chi più simili a delle Trailbike, senza contare chi ancora non ha capito le potenzialità di questo nuovo segmento di mountain bike.
Ma prima di stilare la classifica delle 10 Downcountry più interessanti del 2022, vediamo cosa sono le mountain bike da Downcountry, cercando di mantenere distanti le strategie di marketing, ma volendo dare un filo logico alle innovazioni.
Questo nuovo segmento di biciclette si pone come punto di giunzione tra le mountain bike da Cross Country e quelle da Trailriding. Possiamo dire che sono delle Cross Country “pompate” o delle Trailbike “leggere”. Si, termini corretti, ma le Downcountry hanno caratteristiche ben precise.
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Downcountry, come sono nate?
Facciamo un passo indietro, prima della nascita del termine Downcountry. Da ormai qualche anno il panorama mondiale del Cross Country ha proposto circuiti sempre più tecnici, tendenzialmente corti in termini di sviluppo metrico ma con salite impervie e discese con salti e dislivelli da far impallidire il biker medio, il tutto per aumentare l’adrenalina e lo spettacolo agli occhi del pubblico, ma anche per motivi televisivi visto come l’arrivo di Red Bull TV abbia influenzato non poco l’ambiente agonistico.
I piloti e le case produttrici hanno dovuto adeguare i mezzi tecnici per meglio adattarsi a questi nuovi percorsi, inizialmente utilizzando delle mountain bike biammortizzate e poi adottando copertoni di larghezza maggiore (anche fino a 2.3”). Abbiamo iniziato a vedere i primi reggisella telescopici dalla corsa ridotta per mantenere basso il peso, e nell’ultima stagione anche escursioni allungate fino a 110-120mm, a discapito dei classici 80-100mm. Componenti aggiornati che hanno affiancato lo sviluppo dei telai: in primis c’è stata un’apertura dell’angolo di sterzo che ora arriva a toccare i 67°, e più in generale le geometrie hanno avuto uno sviluppo “long, low and slack” -come si dice in gergo- per intendere telai più lunghi, bassi e dallo sterzo più aperto. Ricordate le front vecchia scuola? Quanti anni sono passati…
In scia a questo trend nasce un nuovo concetto di intendere le mountain bike leggere, pedalabili, ma che permettono di affrontare percorsi anche molto più difficili di quanto concepito finora. Biciclette che si avvicinano molto alle sorelle da trail riding le quali -per convenzione- partono ora dai 130mm di escursione, adottano copertoni oltre i 2.4” di larghezza, geometrie ancora più spinte e componenti che si avvicinano al mondo della discesa: ad esempio manubri da 780mm e reggisella telescopici da 150mm.
Tuffiamoci quindi nel mondo Downcountry e scopriamo le 10 Downcountry più interessanti del 2022:
1. SCOTT SPARK RC
Scott ha presentato nel 2021 la nuova Spark RC, partendo da un progetto Bold (di proprietà Scott) e ottimizzandolo fino a creare quella che è senza dubbio una delle mountain bike più discusse dell’ultimo anno. 120mm di escursione per entrambe le unità, reggisella telescopico, integrazione allo stato puro e tanto tanto carbonio. Il tutto condito da geometrie molto spinte (angolo sterzo di 67.2°, Reach 471mm in taglia L e wheel base di 1190mm) che fa intendere il carattere corsaiolo di questa novità svizzera. Nino Shurter ha dominato la stagione appena passata. Casualità?
2. KTM SCARP MT
KTM l’ha vista lunga con la Scarp MT. È stata una delle prime downcountry ad affacciarsi al mercato moderno. La Scarp MT da qualche anno affianca la Scarp come alternativa più comoda e più spinta, ideale per affrontare i nuovi percorsi di cross country. La versione MT prevede 115mm di escursione posteriore e l’utilizzo di forcelle da 120mm con steli maggiorati, oltre all’adeguamento delle quote geometriche. I team ufficiali l’hanno capito fin da subito e l’hanno scelta pressoché all’unanimità già dallo scorso anno. Complimenti KTM!
3. SPECIALIZED EPIC EVO
Anche Specialized affianca al modello di punta Epic la versione downcountry Epic EVO. Pur mantenendo il telaio in carbonio, la “EVO” prevede geometrie molto più estreme della sorella, anche grazie all’adozione del flip-chip che permette di variarne il carattere. Un numero su tutti: l’angolo di sterzo tocca i 66.5 gradi, un record per la categoria! L’ammortizzatore posteriore metrico al posto del Brain gestisce al meglio i 100mm di escursione per mantenere molto alta l’efficienza di pedalata, mentre la forcella prevede un escursione di 120mm. Immancabile il reggisella telescopico.
4. LAPIERRE XRM
Lapierre ha presentato a Rimini ’21 un telaio XC profondamente rinnovato (XR) e affiancato dalla versione downcountry (XRM). Il telaio rimane pressoché il medesimo ma la versione più discesistica prevede un incremento delle escursioni che toccano quota 110mm al posteriore e 120 all’anteriore. Anche per lei non manca il reggisella telescopico. Ad oggi non conosciamo ancora tutta la gamma 2022 di Lapierre, il progetto XR-XRM è molto interessante, attendiamo fiduciosi.
5. CANNONDALE SCALPEL SE
Cannondale Scalpel SE è caratterizzata da un carro FlexPivot, tutto d’un pezzo ma che funziona come se fosse dotato di pivot. Come sempre Cannondale presenta novità esageratamente attraenti e la Scalpel SE non è da meno. 120mm di escursione per entrambe le unità, angolo sterzo da 67° e c’è pure la versione Lefty per i puristi del marchio. Il telescopico è presente in tutti gli allestimenti e in aggiunta il comodissimo Stash Kit per le riparazioni di emergenza.
6. TREK TOP FUEL
Trek Top Fuel 2022 è tanto diversa dalla precedente versione che ha creato una netta spaccatura tra le pure da XC e questa downcountry. Il telaio riprende il cinematismo delle cugine più gravity ma si mantiene leggero come le versioni da cross country. Le geometrie sono spinte, molto, tanto che il passo della Top Fuel (1218mm in taglia L) è tra i più abbondanti della categoria e il piantone di sterzo tocca i 65.6° con il MinoLink in posizione Low. 120mm al posteriore e 130 all’anteriore. Forse troppo? La Top Fuel rischia di rientrare tra le trail ride moderne, ma il peso ridotto e l’efficienza in pedalata ripristinano subito l’ordine.
7. CANYON LUX TRAIL
Canyon la chiama Lux Trail, ma è una downcountry come indicato nel loro sito. 120mm per entrambe le unità ammortizzanti, reggisella telescopico, telaio (e non solo) in carbonio, angolo sterzo da 67.5° e come sempre un prezzo molto attraente. Canyon, stavamo aspettando la Lux Trail da molto (troppo) tempo, grazie!
8. SANTA CRUZ BLUR TR
Anche per la Blur, TR sta per trail ride, ma è una downcountry. Forse DC suona male? Lasciamo a Santa Cruz il beneficio del dubbio. Il telaio perde il famoso dw-link di Santa Cruz (per questo l’abbiamo messa all’ottavo posto) ma mantiene una qualità molto elevata dei materiali e non solo. L’allestimento della Blur TR precede una forcella dagli steli maggiorati che gestiscono i 120mm di escursione, mentre al posteriore sono 115 i millimetri di corsa. Ovviamente presente il reggisella telescopico, mentre le geometrie sono meno spinte rispetto ad altre rivali: angolo sterzo 67.1° e wheel base 1183mm in taglia L.
9. GIANT ANTHEM ADVANCED PRO 29
Un po’ downcountry e un po’ no. 100mm di escursione al posteriore e 110 all’anteriore, gestiti da una forcella con steli da 34mm di diametro. Angolo di sterzo da 67.5°, attacco manubrio cortissimo e gomme da 2.40 di larghezza. Cross country o downcountry? Forse la Giant Anthem Advanced Pro 29 è il punto di giunzione tra i due mondi. Siamo curiosi di provarla.
10. TRANSITION SPUR
Decimo posto “ad honorem” per il coraggio della Transition Spur. Un brand che ha segnato la propria storia grazie alla realizzazione di mountain bike declinate alle discipline gravity, presenta una downcountry con “le palle”. 120mm di escursione, telaio in carbonio (garantito a vita), geometrie che sprizzano divertimento da tutti i pori numeri. Per chi punta meno alle gare e più al divertimento la Transition Spur potrebbe fare la differenza.
Testo: Matteo Pedrech
Foto: Archivio MTBTECH