Livigno – Ai 2800 metri del Colle delle Mine
Racconto di Alberto Pavanello
Frequentando spesso Livigno, quest’anno volevo fare un giro fuori dalle classiche proposte della località e, studiando un po’ la carta dei sentieri, ho tracciato un giro di quelli alpini, di quelli che, per guadagnarti la soddisfazione di arrivare alla destinazione, in questo caso il Colle delle Mine, devi sudare parecchio e spingere la bici che sia elettrica o non.
La partenza di questo tour è stata la frazione di Trepalle che, per chi non la conoscesse, è il paese più alto d’Italia con i suoi 2067 metri di altezza, nonché il centro parrocchiale più alto d’Europa.
La scelta del punto di partenza è stata fatta perchè faccio base lì, ma nessuno vieta comunque di partire a Livigno sfruttando anche la cabinovia che sale al Mottolino con la quale si risparmiano anche i 400 metri di dislivello che si dovrebbero fare comunque alla fine per chiudere il giro.
Da Trepalle in località Pont de Rez, si entra in Vallaccia, stupenda e lunga valle poco frequentata dove si incontreranno in mezzo a verdi pascoli e fienili 2 malghe: presso la prima (Baita Vallaccia) si può acquistare del buon formaggio mentre la seconda è adibita solo al pascolo.
Passate le malghe il percorso diventa più impegnativo e costringerà in alcuni tratti a scendere dalla bici per via del terreno costellato di sassi che limitano il grip delle gomme e della pendenza molto accentuata in alcuni tratti.
Questo tratto porterà al passo della Vallaccia dal quale, dopo una breve discesa, si giunge ad un bivio dove tenere la destra in direzione del Colle delle Mine. Da questo punto inizia la parte più difficile dell’itinerario: Il sentiero diventa particolarmente stretto e occorre prestare molta attenzione.
Con alcuni brevi sali-scendi arriva in una conca dove è posto un piccolo laghetto che quest’anno, causa siccità, era ridotto ad un acquitrino.
Dalla conca inizia la parte più impegnativa dell’itinerario, la salita verso il Colle delle Mine attraverso un ghiaione particolarmente ripido dove il sentiero non è particolarmente visibile. Bisogna armarsi di buona volontà e propensione alla fatica perché Il dislivello da affrontare in modalità portage è di circa 300 metri.
Mi ha impressionato molto fare questo tratto perché sembra di essere in un paesaggio lunare fatto solo di pietre scure oltre al fatto che, vista la particolare difficoltà, ero in completa solitudine.
Qui, qualsiasi imprevisto può diventare un problema, visto che la rete cellulare è assente per chiamare i soccorsi o semplicemente per avvertire casa di un eventuale ritardo. In base al proprio passo di portage si arriverà ai 2800 metri del Colle delle Mine dove si inizierà ad intravedere l’altro versante che verrà percorso in discesa.
Una sosta al Colle è d’obbligo per riprendersi dalla fatica del portage e per ammirare le cime adiacenti tra cui il Pizzo Filone , il Corno di Capra e il pizzo Zembrasca, tutti sopra i 3000 metri di altezza.
Guardando in giù si può osservare il lago delle Mine con i colori dell’acqua che, a seconda della luce, variano dall’azzurro caraibico al verde smeraldo.
Anche in questo paesaggio la roccia la fa da padrona rendendo allo l’ambiente circostante tanto austero quanto spettacolare.
A questo punto però la fatica non è finita perchè inizia la discesa tutt’altro che banale. Inizialmente si percorre un sentiero molto ripido e sdrucciolevole che richiede doti di equilibrio e abilità nel gestire la propria bici. Vi sono 2 punti dove è necessario calare a mano la bici di circa 2 metri in quanto non vi sono alternative.
Se si è in due, l’operazione diventa più agevole, nel mio caso, con molta attenzione ho calato dall’alto la bici (che non è proprio un fuscello trattandosi di un ebike).
Superando diverse difficoltà dovute al terreno particolarmente impervio e pieno di sassi (fortunatamente stabili) sono giunto alla Malga delle Mine dove è d’obbligo una sosta rigeneratrice visto che poi, per la discesa verso Livigno ci aspetta uno dei trail più belli che si possano percorrere nella zona. Dalla malga dopo l’attraversamento di un ponte su un ruscello e una breve ma ripida salita, inizia il trail che segue la sinistra orografica dello stesso.
Se lo si percorre in agosto il consiglio è di prestare molta attenzione ai pedoni visto che l’escursione alla Malga delle Mine è una delle più gettonate della zona.
Se lo trovate potete godervi il flow con alcuni sassi stabili e gradini che favoriscono i passaggi in bunny-hop che “gasano” molto e rendono tutto molto entusiasmante. Verso la fine del sentiero vi è un breve tratto molto endureggiante con sassi stabili affioranti da galleggiarci sopra, tuttavia se si è arrivati fino a qui, questo tratto sicuramente non spaventa.
Il trail termina in località “Tresenda” da dove, attraverso il percorso denominato “delle Tee” si ritornerà a Livigno e da dove eventualmente si farà la salita verso Trepalle se si è partiti da quella località.
L’itinerario per me è stato uno dei belli per la sua caratteristica “wild” che parte dal passo Vallaccia fino alla Malga delle Mine. Non è sicuramente un itinerario da paragonare a quelli classici e abbordabili che si fanno nella zona perché richiede molto impegno, preparazione ed esperienza caratteristiche che se in possesso contribuiscono a rendere l’itinerario veramente appagante e unico per chi lo percorre.