BIANCHI METHANOL CV 9.2
Il 2017 è un anno molto importante per la casa bergamasca Bianchi con l’arrivo del pro rider Fontana che si aggiunge alla schiera di atleti che già si danno battaglia nelle più importanti gare cross country nazionali ed internazionali.
Ma oggi non parliamo di atleti in quanto li abbiamo già conosciuti alla presentazione che potete leggere a questo link www.mtbtech.it/team-bianchi-countervail, bensì facciamo la recensione della loro bicicletta da gara, la Bianchi Methanol Countervail che a differenza del modello precedente ha un surplus studiato e sviluppato anche per utilizzi aerospaziali, il carbonio Countervail.
Abbiamo ricevuto in test la Bianchi Methanol CV 9.2, una 29er purosangue da gara che sulla carta promette molto bene e che quindi abbiamo spremuto senza alcun riguardo, infatti uno dei test l’abbiamo svolto nel percorso di gara internazionale a Crespignaga di Maser, nel quale a fine mese si correrà il XX Gaerne Trophy (info a questo link mtbtech.it/xx-gaerne-mountainbike-trophygara-internazionale-uci).
Quale miglior situazione per analizzare il carattere di questa Bianchi?
COM’È FATTA:
La Bianchi Methanol CV 9.2 è costituita da un telaio interamente realizzato in carbonio ad alto modulo, materiale fibroso che grazie a questa caratteristica è in grado di restituire risposte meccaniche calibrate in base alla disposizione delle fibre e al tipo di carbonio utilizzato.
Nel caso di Bianchi troviamo il sistema CV che dissolve in modo più rapido le vibrazioni grazie all’utilizzo esclusivo del materiale Countervail brevettato dalla statunitense Materials Sciences Corporation. Countervail è un materiale in carbonio viscoelastico protetto da brevetto, caratterizzato da una specifica disposizione delle fibre che elimina fino all’80% delle vibrazioni, aumentando al tempo stesso la rigidità e la robustezza del telaio in carbonio.
Geometricamente il telaio rispecchia quanto di più racing si possa desiderare, con un’apparente declinazione, che verificheremo durante il test, verso la redditività in salita e nel guidato tecnico. Ce lo fanno pensare la serie sterzo inclinata di soli 71 gradi e un interasse di 1102mm.
Continuando con i dettagli troviamo un massiccio movimento centrale BB 41x92mm ed una serie sterzo conica, tutti i cavi hanno il passaggio interno al telaio che ne mantiene pulita la linea estetica e funzionale. Tutte le tubazioni hanno sezioni molto considerevoli che donano un senso estetico imponente e delle caratteristiche meccaniche importanti.
Il carro posteriore estremamente corto registra una misura di soli 429mm, è caratterizzato da una battuta da 148mm ed incorpora i forcellini in carbonio per la pinza freno adatti a dischi da 160mm.
Oltre alla compatibilità con il sistema Di2 di Shimano è possibile montare un reggisella telescopico dal diametro di 27.2mm e passaggio cavi interno per il comando remoto.
COMPONENTI:
Il montaggio della Bianchi Methanol CV 9.2 lo possiamo definire “pronto gara” trovandoci di fronte a materiali di altissima qualità.
Il gruppo è un misto Shimano-FSA, del marchio giapponese troviamo infatti tutta la parte riguardante il cambio posteriore, della serie XTR, con gabbia dotata di controllo dell’oscillazione e 11 rapporti scalati 11-46, mentre la guarnitura è marchiata FSA modello SL-K con pedivelle in carbonio da 175mm e corona da 32 denti. È Shimano XTR anche il manettino, con le levette regolabili in estensione.
Come unità ammortizzante troviamo la nuova FOX 32 SC 29” Factory con trattamento Kashima sugli steli e comando remoto per il bloccaggio. La forcella dispone della battuta boost 110mm per il mozzo anteriore.
Passando al reparto ruote, con gran piacere questa Bianchi ci dà la possibilità di provare le Kenda Honey Badger XC Pro da 2.05 di larghezza e 29 di diametro, mentre i cerchi sono DT-SWISS XR1501 in alluminio tubelessready e 28 raggi per ruota, fissati su mozzi DT-SWISS 240.
Terminano il montaggio una sella Fizik Tundra 2 sorretta da un reggisella in carbonio FSA SL-K da 27.2mm di diametro e 20mm di arretramento, mentre anteriormente il manubrio sempre FSA SL-K, da 31.8mm di diametro, anch’esso in carbonio è largo 70mm e fissato ad un attacco manubrio in allumino da 100mm e angolo negativo di 12 gradi.
IL TEST:
Abbiamo iniziato scrivendo che è una purosangue da corsa. E dopo averla pesata non abbiamo cambiato idea: la bilancia ha dichiarato 9.5 Kg (senza pedali) per la Methanol CV 9.2 in taglia L (19).
Provandola per oltre un mese abbiamo potuto conoscerla molto bene ma la differenza l’ha fatta il test lungo il percorso del XX Gaerne Trophy, la gara internazionale che si disputerà il 29 e 30 aprile a Crespignaga di Maser sui Colli Asolani, nel quale ha espresso le sue migliori caratteristiche.
La posizione di guida è centrale alla bici ma con un importante carico di peso sull’anteriore grazie soprattutto all’attacco manubrio con angolazione negativa. Questa caratteristica fa spiccare il carattere corsaiolo e race-oriented in quanto amplifica la reattività di guida limitandone però il comfort.
In salita abbiamo apprezzato il peso veramente contenuto, che coadiuvato dalla rigidità del telaio in questione permette di scaricare a terra ogni minimo watt di potenza espresso dalle gambe. La posizione infonde poi una guida redditizia anche nelle salite più ripide affrontate da seduti, evitando che la ruota davanti si alzi per effetto della pedalata.
Complessivamente tutti i tester hanno trovato corretta la rapportatura, considerando che di primo montaggio la corona da 32 ed il pignone da 46 permettono di renderla fruibile alla maggioranza degli utilizzatori, ma i più allenati preferirebbero una corona da 34 denti che permetta di godere di più allungo alle alte velocità.
Nelle salite costanti (e nei tratti guidati) abbiamo notato maggiormente la caratteristica di assorbimento del carbonio Countervail, il quale smorza le vibrazioni in maniera più rapida mantenendo comunque una struttura molto rigida, caratteristica molto positiva e funzionale anche se destinata a palati sopraffini visto il livello tecnico raggiunto dalle bici da cross country di ultima generazione!
Nei tratti tecnici ci si scorda quasi di guidare una 29er, l’angolo di sterzo di 71 gradi è molto verticale rispetto alla media delle concorrenti e ne accresce la manovrabilità nelle sezioni più guidate o tecniche come in alcuni passaggi visibili in foto dov’è necessario sollevare la bici per oltrepassare dei tronchi.
Un altro frangente importante sono i rilanci, in cui, oltre ad una buona dose di potenza da parte del rider, è necessario anche un mezzo meccanico in grado di esprimerla, e la Bianchi Methanol non ci ha delusi, grazie al telaio che permette cambi di ritmo fulminei e un incremento della velocità proficuo.
Avemmo preferito trovare delle ruote in carbonio che avrebbero migliorato ulteriormente questa situazione di guida per la loro maggior rigidità, ritenendo le DT-SWISS montate di serie leggermente sottodimensionate rispetto alle performance generali della bici. Ma per fortuna ci sono molti allestimenti disponibili, alcuni dei quali proprio con ruote in carbonio!
In discesa è facile farsi convincere dalla sicurezza che infonde l’insieme del telaio, manubrio e impianto frenante tant’è facile raggiungere velocità elevate. Lungo il tracciato sono presenti parecchie zone differenziate per gradi di difficoltà e per tipologia, ad esempio un rock garden, una zona guidata nel sottobosco, dei drop e alcune woops che se prese ad alta velocità diventano anch’esse dei piccoli drop.
Anche grazie anche alla tecnologia Countervail si ha sempre la sensazione di avere un retrotreno stabile, le gomme Kenda Honey Badger richiedono però un’accurata messa a punto per godere al massimo del grip offerto visto che non eccellono in profondità dei tasselli. Per questo motivo le abbiamo preferite maggiormente sulle sezioni di percorso più compatte dove abbiamo giovato dell’alta scorrevolezza che offrono anche grazie ad una larghezza medio-stretta se paragonata alle attuali tendenze.
Telaisticamente la Methanol CV ha risposto bene in tutte le circostanze più comuni intese a livello agonistico sebbene necessiti di una guida più attenta nei tratti con pendenze più accentuate visto l’angolo di sterzo abbastanza verticalizzato che raggiunge quota 71°.
D’altro canto in curva è un piacere trovare un avantreno così reattivo e agile, ma non da meno il carro compatto di cui è dotata. Gli inserimenti di curva sono fulminei, ancor di più i cambi di direzione, mentre in percorrenza è precisa e concede minimi aggiustamenti di traiettoria senza compromettere l’aderenza.
I freni Shimano XTR sono consoni alla qualità della bici nel suo complesso e anche alle prestazioni essendo sempre pronti e non soffrendo nelle lunghe discese. Gli stessi elogi li dedichiamo alla forcella Fox che con il surplus del trattamento Kashima risulta molto scorrevole, mentre ai fini prestazionali la taratura di base permette di arrivare difficilmente a fine corsa, lasciando quindi l’ultimo centimetro alle sole situazioni più violente.
NOTE:
Ruote tubeless, non serve più che ve lo diciamo! I vantaggi sono molti tra cui una diminuzione di peso e minori possibilità di foratura, indispensabili per affrontare tratti come i rock garden!
CONCLUSIONI:
La Bianchi Methanol CV 9.2 è senza dubbio una mountain bike estrema e dedicata al mondo dell’agonismo.
Una destinazione d’uso ben definita che non lascia spazio alle passeggiate domenicali lungo le ciclabili ma che la pone ai vertici di questa categoria di biciclette. Ha bisogno infatti di percorsi cross country dove esibire le doti di agilità e reattività, ampliate sia da un telaio made in Italy realizzato con tecnologie avanzate sia da un montaggio degno da leader di classifica, come sta dimostrando il Team Bianchi nelle gare nazionali ed internazionali.
Tutta questa qualità e raffinatezza si paga, il prezzo di listino del modello 9.2 CV allestito come descritto da noi è di 5690 €, un costo importante ma allineato alla qualità generale del prodotto.
Sito del produttore: www.bianchi.com
Testo: Matteo Pedrech
Foto: Marco Bordin
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