E-bike, l’alternativa alle auto
Ne ha fatta di strada la bici. A partire dalle sue umili origini, quando la bici era costruita totalmente in legno e non aveva pedali o freni, arrivando ai giorni nostri, con le ebike. Non è cambiato il significato intrinseco della bicicletta: è stato il primo mezzo di trasporto umano a due ruote che negli anni è diventato simbolo di progresso, piacere, svago, libertà e naturalmente divertimento. E oggi è pure ecologico.
Se la bici oggi gode di una seconda giovinezza, una fascinazione ulteriore, è perché incarna una speranza, legata a un futuro migliore, che segni un cambiamento di rotta rispetto al passato: mi riferisco al suo essere ritenuta un rimedio all’inquinamento, al congestionamento urbano, mitigando i cambiamenti climatici, ma anche problemi legati alla sedentarietà, e non meno importante in questi giorni la soluzione al caro energia.
Nell’evoluzione della bici le bici elettriche sono il punto di congiunzione perfetto tra una bici e un mezzo motorizzato. Le ebike sono rivoluzionarie, perché hanno permesso di allargare la fascia di utenza a persone che altrimenti non avrebbero mai preso in considerazione l’uso di una bici. Ed è quello che è successo. La vendita di e-bike, infatti, registra aumenti a doppia cifra, superando la vendita di bici tradizionali. Basta guardarsi intorno: la popolarità delle e-bike sta crescendo e le case produttrici coprono ormai tutti i segmenti di mercato delle bici tradizionali (city, trekking, Mtb e persino corsa), perché rappresentano un nuovo modo di pedalare, consentendo di percorrere distanze maggiori a velocità medie più elevate, aprendo a nuove opzioni di mobilità, nel commuting urbano ma anche per divertimento, come testimonia il boom delle e-Mtb.
La crisi post covid ha spianato la strada, aprendo a opportunità uniche. Il primo è stato un cambio culturale che ha cominciato ad erodere la convinzione che gli spostamenti si possano fare necessariamente solo in macchina, con lo sviluppo della mobilità dolce che è diventata una priorità nelle nostre città. Più ciclabili, più zone trenta, più pedonali. Un cambio di paradigma che verrà rafforzato dai fondi strutturali del Recovery found e del Next Generation Eu già stanziati, che saranno cruciali per aumentare piste ciclabili e le infrastrutture che incentiveranno gli spostamenti in bici.
Oggi non ci sono più scuse. Con la crisi energetica in corso e i prezzi della benzina schizzati alle stelle, la necessità di muoverci in maniera ecologica, in bici e in ebike, è sempre più stringente. Abbiamo già vissuto una cosa simile, con la crisi petrolifera degli anni ’70, quando la bici è diventata, per necessità, il mezzo preferito dagli italiani.
Succederà ancora? Staremo a vedere; magari proprio una bici ci salverà.
Testo: Marco Trabucchi
Foto: Archivio Mtbtech