Reggisella telescopico in carbonio CRANKBROTHERS Highline 11
Qualche giorno fa CRANKBROTHERS ha presentato il nuovo reggisella telescopico Highline 11, con stelo e testa in carbonio e viteria in titanio.
Noi l’abbiamo ricevuto in test prima dell’inverno, quindi possiamo darvi un riscontro di utilizzo veritiero e basato su un tempo di prova parecchio lungo visto che lo usiamo da ormai 4 mesi.
CRANKBEROTHERS Highline 11, COM’È FATTO:
La chicca oggetto di questo test è proprio il nuovo reggisella telescopico di CRANKBROTHERS, un reggisella realizzato con materiali nobili come la fibra di carbonio e il titanio. Tutto sommato è un componente molto semplice, dotato di cartuccia sigillata che non prevede alcun tipo di manutenzione, nemmeno la regolazione della pressione dell’aria. Ma andiamo ad analizzarlo da vicino.
La testa (in carbonio) è predisposta a supportare i due gusci che a loro volta mantengono salda la sella, stretti tra loro da due bellissime viti in titanio color oro. Questo tipo di chiusura permette di montare e smontare velocemente la sella semplicemente sfilando una vite dalla propria sede, dopo averla allentata.
Tutti i morsetti hanno bene in vista la coppia di serraggio da rispettare rigorosamente, per questo consigliamo vivamente di utilizzare una chiave dinamometrica (Link al test della chiave dinamometrica Syncros: CLICCA QUI).
Lo stelo in carbonio è una delle caratteristiche principali di questo reggisella. Siamo abituati infatti a trovare steli in metallo, ma per la prima volta abbiamo a che fare con uno in materiale composito. Senza dubbio è più leggero, vi diciamo più avanti quanto ha fatto segnare al bilancino, ed è esteticamente impareggiabile. Il reggisella CRANKBROTHERS Highline 11 è disponibile in 5 escursioni: 60, 100, 125, 150 e 140 millimetri.
Il fodero in materiale metallico è disponibile in due diametri, 30.9 e 31.6, e contiene il cuore meccanico del reggisella: la cartuccia. Questa è un elemento completamente sigillato che -come abbiamo detto all’inizio- non richiede alcun tipo di manutenzione. Nella camera di scorrimento all’interno del fodero sono presenti boccole IGUS di altissima qualità, un po’ come il resto dei componenti visto che Crankbrothers si è affidata a Trelleborg per le tenute superiori e a Jagwire per la guaina.
Il fissaggio inferiore è diretto con il cavo, quindi anche l’installazione è facilitata al massimo: basta solamente infilare la testa della guaina nell’apposita sede e la regolazione finale si farà tramite il manettino al manubrio.
Proprio il manettino ci ha sbalorditi, non solo per la qualità costruttiva ma anche per le molteplici regolazioni che permette. Infatti la leva è allacciata al manettino tramite un attacco sferico che permette -tramite anche la rotazione- di regolarlo in altezza e in profondità su tutti gli assi. Nella confezione è presente poi un adesivo con superficie grippante da applicare sulla leva, utile in caso di pioggia o fango.
IL TEST:
Crankbrothers ci ha mandato un Highline 11 da 150 mm, ideale per essere montato sulla Transition Patrol che abbiamo in redazione. In precedenza usavamo un reggisella telescopico Switch, rimosso per far spazio al nuovo Crankbrothers che al bilancino ha fatto segnare 485 grammi nella misura 31.6 per 150mm di escursione. Un ottimo peso tenendo conto che il reggisella precedente pesava 70 grammi in più.
Il montaggio è stato veramente molto semplice, l’installazione della sella tramite il sistema “quick saddle installation system” risulta velocissima, anche per successive regolazioni. Qui i 6Nm indicati vanno rispettati assolutamente, con l’utilizzo di una chiave dinamometrica. L’installazione della guaina e del cavo non ha generato intoppi di alcun tipo. Il morsetto della leva è preciso e nella confezione è presente anche un capicorda per evitare che si sfilacci il cavo metallico. Siamo rimasti sbalorditi dalle possibilità di regolazione della leva, come spiegato poco fa, e abbiamo installato fin da subito l’adesivo predisposto ad aumentare il grip tra il guanto e la superficie della leva.
Durante l’utilizzo abbiamo apprezzato la precisione di funzionamento e la rigidità delle boccole. Non si è mai bloccato, non ha mai accusato la minima incertezza. Tutto sommato è un componente molto semplice, il pulsante apre il circuito idraulico che permette di abbassare il reggisella, viceversa -senza peso sopra- grazie alla pressione della cartuccia sigillata si ri-estende. È possibile bloccarlo anche ad escursione parziale pur godendo della stessa rigidità e precisione.
In termini di prestazioni dobbiamo ammettere che non è il più veloce in fase di estensione, ma non è un dettaglio di grosso rilievo. Piuttosto la morbidezza e la facilità d’uso della levetta fa intendere fin dal primo utilizzo l’alta qualità di questo reggisella telescopico in carbonio Crankbrothers Highline 11.
Ai fini della manutenzione è necessario solamente aver cura di pulire il parapolvere tra stelo e fodero, soprattutto in presenza di fango o polvere che a lungo andare potrebbero usurare questi componenti.
CONCLUSIONI:
Crankbrothers conferma di essere tra i top brand in termini di qualità generale dei prodotti che realizza, il reggisella telescopico Highline 11 ci ha soddisfatto appieno in tutte le situazioni e lo riteniamo uno dei telescopici migliori provati fino ad ora. Ottimo non solo nel funzionamento generale ma soprattutto nella costanza delle performance nel lungo periodo e nell’affidabilità che ha dimostrato. Certo 399€ non è un prezzo basso rispetto alla media, ma si tratta di un componente di altissimo pregio anche per i materiali con i quali è stato realizzato. La garanzia è di ben 4 anni.
Lo riteniamo uno degli upgrade più interessanti soprattutto per il cross country, disciplina nella quale i grammi di differenza possono fare la differenza. Nell’enduro è ottimo per chi cerca un componente fuori dal comune, per chi ama la raffinatezza…e qui si tratta di gioielleria allo stato puro.
Prezzo di listino: 399 €
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Materiali di pregio;
Molto leggero;
Affidabile e privo di manutenzione.
Link al sito CRANKBROTHERS: crankbrothers.com
Testo: Matteo Pedrech
Foto: Silvia Rech e Matteo Pedrech