VISITA A PEDRONI RACE

Ve l’avevamo anticipato in occasione dell’Italian Bike Festival qualche mese fa, il nome PEDRONI nel mondo bici è tornato, in veste RACE!

E l’ha fatto con la voce grossa, presentando agli appassionati delle novità inedite che guardano al futuro, non solo in termini prettamente prestazionali ma anche per quanto riguarda il business dell’azienda.

PEDRONI RACE

A Misano, Michele Pedroni ci ha introdotto l’azienda e le novità del nuovo progetto chiamato Pedroni Race, ma non ci siamo accontentati e abbiamo voluto mettere il naso in azienda, per raccontarvi e farvi vedere più da vicino chi è Pedroni Race e cosa fa… perché di novità ce ne sono davvero un sacco.

A metà marzo siamo stati a Reggio Emilia e, accompagnati da Michele Pedroni, socio e factotum, abbiamo seguito il processo produttivo per la realizzazione dei nuovi telai Pedroni Race, ora in CARBONIO. La novità principale è proprio l’utilizzo della fibra di carbonio in casa Pedroni, un materiale che pare scontato ma che non lo è, soprattutto quando si tratta di Made in Italy e lavorato in maniera artigianale.

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Iniziamo quindi questo nostro viaggio nella produzione delle biciclette Pedroni Race, nel quale vi raccontiamo curiosità e news inedite.

Come ogni nuovo progetto che possa chiamarsi tale, si inizia dalla virtualizzazione delle idee tramite programmi 3D e CAD. Qui le idee prendono forma, si calcolano gli ingombri, si costruisce la mountain bike secondo specifiche ben precise che determinano poi il carattere del mezzo durante la guida. In questa fase è possibile studiare il sistema cinematico in modo da conferirgli la risposta voluta durante il riding, ma non solo, i software sono in grado di aiutare i progettisti nella valutazione dello stress nelle varie zone strutturali.

PEDRONI RACE

I software utilizzati da Pedroni Race comunicano poi con le frese, dando le coordinate e la sequenza del processo produttivo per realizzare i componenti ricavati dal pieno. Il primo punto della produzione è proprio questo, la lavorazione del materiale metallico, ossia l’alluminio serie 7000, che poi prenderà parte alla realizzazione del carro. La scelta di utilizzare questo tipo di alluminio è dettata principalmente dalle caratteristiche intrinseche di questa lega, che si presenta molto leggera, rigida e particolarmente resistente.

PEDRONI RACE

Michele Pedroni controlla il lavoro della fresa, durante la produzione di un componente del cinematismo.

PEDRONI RACE

Da un blocco di alluminio al pezzo finito. Il “ricavato dal pieno” conferisce maggior qualità al componente.

La fresa a 3 assi è in grado di ricavare da un parallelepipedo di materiale il pezzo finito, anzi “i pezzi” visto che poi vanno assemblati e saldati tra loro per avere il carro e il cinematismo completi. Le tubazioni utilizzate da Pedroni Race arrivano invece da Dedacciai, produttore italiano particolarmente rinomato in questo settore per i prodotti di qualità.

PEDRONI RACE

Tubi in alluminio, necessari per la costruzione del carro.

Una volta realizzati i componenti si passa alla saldatura, fissandoli prima a una dima che li mantiene perfettamente allineati.

PEDRONI RACE

Ma entriamo di petto in quella che, come abbiamo detto, è la vera novità di Pedroni Race, ossia la lavorazione del carbonio. Tutta la fibra di carbonio utilizzata per la realizzazione dei telai è realizzata in Italia da artigiani specializzati e consegnata a Pedroni Race sottoforma di fogli pronti all’uso. La fibra richiede una conservazione in ambiente protetto, a una determinata temperatura e umidità che mantengono inalterate le sue qualità fisico-meccaniche fino alla lavorazione.

Prima della lavorazione, il carbonio va mantenuto in celle a temperatura e umidità controllate.

I fogli di carbonio vengono quindi ritagliati da un apposito plotter in varie forme che rispecchiano quelle che sono le linee del telaio finale e i carichi che questo deve sostenere.

A questo punto entrano in gioco gli stampi (realizzati internamente anche quelli) e la cosiddetta laminazione del carbonio. Sugli stampi vengono applicate le fibre di carbonio, precedentemente sagomate, in più o meno strati in base alla risposta che si vuole ottenere in punti precisi del telaio.

PEDRONI RACE

PEDRONI RACE

Questa fase è la più delicata di tutta la realizzazione in quanto è quella che poi determina non solo le performance del telaio, ma anche la leggerezza e la resistenza. Per questo motivo può essere svolta esclusivamente a mano da artigiani altamente specializzati che incrementano così la qualità del prodotto finito.

Gli stampi vengono poi chiusi ma all’interno viene lasciato uno speciale sacco in nylon che, durante la cottura in autoclave, viene portato in pressione per mantenere le fasce di carbonio perfettamente aderenti agli stampi.

Dopo il processo in autoclave vengono aperti gli stampi ed ecco i telai grezzi. Vengono carteggiati per togliere il materiale in eccesso e le sbavature, per poi passare in verniciatura dove vengono applicate le decals, il colore o anche solo il trasparente così da mettere in bella mostra la trama della fibra.

PEDRONI RACE

Il telaio finito viene poi accorpato al carro e il tutto prosegue verso il montaggio dei componenti.

Pedroni Race vende attraverso i negozianti o tramite il sito pedronirace.com, sia i telai singoli che le mountain bike complete. Per queste ultime ci sono vari allestimenti a scelta, ma parlando con Michele Pedroni apprendiamo che la loro filosofia è quella di cercare per lo più componenti di aziende italiane, come EXT Racing Shox per le unità ammortizzanti.

Attualmente in gamma è presente il modello Mate, un’enduro moderna con ruote 29-29 e 170 mm di escursione, ma tra poco arriveranno altre novità…anche elettriche.

Siamo orgogliosi di aver conosciuto da vicino una delle più importanti attività italiane di questo settore, un’azienda relativamente piccola, artigianale, che realizza capolavori di tecnica per gli appassionati di mountain bike.

pedronirace.com

Testo e Foto: Matteo Pedrech

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