Ormai, anche se l’autunno ci ha regalato delle splendide giornate, l’inverno si avvicina inesorabile e riaffiorano i ricordi di quelle che sono state le giornate simbolo di un’ottima stagione in sella alla nostra amata.

Siamo a luglio, e mi prendo una settimana di ferie. La meta è Livigno, ma a differenza dell’anno precedente questa volta sono decisamente in ottima compagnia. Io e Christian partiamo subito e approfittiamo di qualche giorno di anticipo per provare i nuovi flow trail del Carosello 3000 aspettando di essere raggiunti da altri due amici.
Il gruppo ormai è consolidato da anni, infatti i primi passi in bici li ho mossi proprio con Christian. Dopo un Roller Coaster e un Coast to Coast abbiamo deciso di pianificare le giornate in bici nella maniera più efficiente anche per Robert e Giulio che passeranno nella stupenda vallata solo mezza settimana, ed essendo per loro la prima volta, lasciano fare a noi!
Durante il viaggio, con una foto eloquente, ci mettono a conoscenza che stanno arrivando con quattro bici a bordo della loro utilitaria! Non che noi siamo da meno, essendo venuti qui con due bici a testa, enduro e DH! Per il giovedì, primo giorno della banda al completo, abbiamo quindi deciso di unire in una giornata due dei giri all-mountain più interessanti di Livigno.
 
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Siamo solo in attesa di sapere se il programma incontrerà anche i loro favori!

Mercoledì sera i nostri amici ci raggiungono, una bella cena, quattro risate e si va in branda, la giornata sarà impegnativa.
L’orario di partenza è fissato per le nove, qualche imprecazione a Robert che parte con la sacca idrica vuota perché la vuole riempire alle fontanelle d’acqua “sorgiva” lungo la ciclabile, e si va. La bella ciclabile di Livigno ci porta subito in riva al suo lago, siamo baciati dal sole e l’umore è alto.
Lasciato alle spalle il Ponte delle Capre inizia la salita verso il Passo dell’Alpisella su strada sterrata che inizialmente parte dolce ma poi inizia a farsi più tosta. Chi in sella, chi a spinta, arriviamo in cima (2268m) e il panorama che ci troviamo davanti è qualcosa di indescrivibile, con dei laghetti alpini e sullo sfondo della valle il ghiacciaio dello Stelvio.
 
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Proseguiamo in falsopiano per qualche km per poi abbandonare la strada e imboccare il sentiero che porta alla sorgente dell’Adda. Il sentiero con fondo di ghiaia compatta si rivela molto divertente e ci riscaldiamo per quello che ci aspetta dopo!

Velocemente arriviamo ai laghi di San Giacomo e di Cancano, che costeggiamo prima di ricominciare a salire verso il Passo Trela.
 
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La salita impegnativa corre su una ex strada militare a tratti scavata nella roccia che ci porta alla malga dove decidiamo di rilassarci con una birra prima dell’ultimo strappo per arrivare al passo. Da qui si prosegue su sentiero inizialmente a piedi, data la sua pendenza, e poi pedalando. Una volta arrivati in cima (siamo a quota 2295m) ci troviamo davanti la ragione delle nostre fatiche.

È da tanto che non piove e il terreno è molto polveroso per cui decidiamo di partire piuttosto staccati e goderci questa lunga discesa che ci porterà nuovamente a Livigno. Il trail si presenta molto divertente e dopo un’altra breve salita entra nel bosco diventando molto flow e veloce. Ci facciamo prendere un po’ la mano e una curva prende qualcuno un po’ alla sprovvista! In picchiata ci ritroviamo velocemente al lago da dove eravamo partiti.
 
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Uno dei due giri è andato, decidiamo di fermarci a mangiare. I piatti tipici in questa zona non mancano di certo ma stiamo leggeri, c’è ancora da pedalare. Prendiamo la cabinovia del Mottolino che ci permette in parte di risparmiare un po’ di dislivello. Arrivati in cima ci godiamo la vista di tutta la vallata e iniziamo a salire per la strada che va in direzione del Monte della Neve.
 
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Un po’ di salita e poi imbocchiamo un sentiero artificiale in discesa sulla destra che però si presenta un po’ abbandonato a se stesso. Dopo una breve discesa è ora di prendere il sentiero che ci porterà nella Valle delle Mine.
Il sentiero prosegue sempre in costa con pendenza costante ma a tratti un po’ esposto. Robert se lo pedala tutto seguito da Giulio. Io e Christian a tratti proseguiamo a piedi, questo decisamente non è il nostro terreno. La fatica inizia a farsi sentire ma pian piano arriviamo in cima dove si trova una baita molto caratteristica.
 
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Rimettiamo le protezioni e ci buttiamo in discesa, ma per poco. Per raggiungere il sentiero che voglio far vedere ai miei compagni di avventura bisogna salire ancora un po’. Sicuramente in quel momento qualche insulto l’avrò preso ma ne vale decisamente la pena. Prendiamo la strada in salita che ci porta ad un altra malga e attraversiamo un ponticello di legno che ci permette di andare ad imboccare il sentiero sul lato opposto della valle. Ora è tutta discesa. Aspettiamo che il gruppo si ricompatti, un po’ di frutta secca, e si parte.
 
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Personalmente è uno dei sentieri che mi hanno regalato più emozioni da quando pratico questo sport. Una parte iniziale poco pendente che corre a fianco del torrente con qualche roccia qua e là, per poi buttarsi nel bosco con un fondo spettacolare. Ce lo godiamo tutto d’un fiato e con un grandissimo divertimento arriviamo nuovamente a valle.

Da qui abbiamo due possibilità per tornare in paese. Prendere la pista ciclabile che si snoda tra boschi e prati con continui saliscendi, o la più veloce, ma trafficata, strada che arriva dalla Forcola di Livigno.
Noi, pur dovendo pedalare a fianco dei veicoli, optiamo per la seconda scelta, dato che sono le 16.00 e siamo in tempo per fare ancora un paio di discese al Mottolino!! Discese che saranno di riscaldamento per i giorni successivi!
 
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In questa giornata abbiamo percorso circa 50 km con 2000 metri abbondanti di dislivello positivo, e sono sicuro che rimarrà positivo anche il ricordo di questa escursione in uno dei paradisi della bici!
 
Testo di Michele Bressa
 

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