-COMUNICATO STAMPA-

IL GRANDE RITORNO DI SALLY BIGHAM DEL CANYON TOPEAK FACTORY RACING TEAM

La prima tappa del Belgian Mountainbike Challenge prende il via venerdì 11 maggio e sulla linea di partenza ci sarà un volto familiare del circuito mondiale off-road: la britannica Sally Bigham. Dopo un periodo di pausa, a soli quattro mesi dal parto, l’atleta del Canyon Topeak Factory Racing Team rientra a pieno regime nel pianeta agonistico.
 
Venerdì 11 maggio 2018 scatta la prima tappa della Belgian Mountainbike Challenge (BeMC), una delle più lunghe gare marathon individuali a tappe. Grande è l’attesa, e non solo per l’evento in se, ma anche per gli atleti in corsa. Sulla linea di partenza ci sarà infatti un volto per anni protagonista al vertice delle classifiche: Sally Bigham. La britannica, a solo 4 mesi dalla nascita del figlio, ha deciso di rimettersi in gioco e di gareggiare: «Sally è l’atleta da più anni nella nostra squadra e sarà fantastico averla di nuovo tra noi dopo la maternità – ha commentato Erik Kleinhans, Team Manager del Canyon Topeak Factory Racing – Ho una gran voglia di vedere la sua gara dopo il duro lavoro che ha fatto per potersi presentare nella forma migliore».
 

 
Tanta la voglia di tornare in sella e mettersi di nuovo in gioco anche da parte della stessa Sally: «Non vedo l’ora di gareggiare – dice in modo lapidario la quarantenne britannica – le prime gare saranno un test per vedere dove sono con la mia forma fisica. Solo dopo quattro settimane dal parto ero già in bici ma la mia ultima gara risale al 2016 e ci vorrà quindi del tempo prima che possa tornare al massimo livello».
 
Sally gareggia con Canyon dal 2009 e numerosi sono i titoli da lei collezionati in questi anni: da quello alla leggendaria Leadville 100, ai cinque titoli nelle maratone di livello nazionale, fino alle due medaglie d’argento conquistate ai Campionati del Mondo. E Andreas Walzer, Manager di Canyon Pro Sport, si aspetta un grande ritorno da parte dell’atleta britannica: «Sono sicuro che Sally tornerà ancora più forte di prima: c’è infatti un motivo ben preciso se la chiamiamo “Iron Sally”».

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