Decreto viabilità forestale: non cambia niente

Tutto fumo e niente arrosto. Polemiche sterili sollevate da alcune riviste di motociclismo (ma non solo) e dalle principali associazioni di settore, che hanno mal interpretato un provvedimento della Gazzetta Ufficiale. Proprio ieri abbiamo condiviso le parole di ANCMA e della FMI, allarmati per quanto stava accadendo.

Allarmismo esagerato che ha portato letteralmente fuoristrada i lettori, ma che, dalle precisazioni del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali si apprende come a tutti gli effetti il fuoristrada in Italia NON ha i giorni contati. Infatti non cambierà pressoché nulla dalla situazione attuale.

È opportuno rammentare che la competenza primaria in materia è delle Regioni, ed ogni regione e provincia autonoma ha già una sua legge regionale che disciplina gli aspetti strettamente tecnici e la fruibilità di tali viabilità. Il decreto si muove nell’ambito delle previsioni dell’articolo 9 del Testo unico delle foreste e filiere forestali del 2018 (D.lgs. n. 34/2018), in vigore già da anni, senza alcun contraccolpo sul tema della fruizione della viabilità forestale.
Nulla si innova in merito al transito autorizzato sulla predetta viabilità, fermo restando che, come espressamente previsto all’articolo 2, comma 3 del decreto, le strade e le piste forestali non sottostanno ai criteri di sicurezza previsti per la viabilità ordinaria, poiché si tratta di viabilità esclusa dal Codice della strada. Inoltre, come esplicitato dal medesimo comma, è compito delle Regioni disciplinare le modalità di utilizzo, gestione e fruizione della viabilità forestale tenendo conto delle necessità correlate all’attività di gestione silvo-pastorale ed alla tutela ambientale e paesaggistica.
Si fa inoltre presente che in capo alla Regioni è incardinata anche la competenza in materia di prevenzione del dissesto idrogeologico e del rispetto di quanto previsto dal vincolo idrogeologico; pertanto, spetta alle Regioni la competenza a valutare gli effetti della fruizione pedonale, cicloturistica o con mezzi motorizzati diversi da quelli forestali sui tracciati, i cui effetti su fondi non asfaltati hanno impatti ben diversi tra loro; essi dovranno essere valutati con la massima attenzione alle singole realtà territoriali.
Da ultimo, si ribadisce che tutte le Regioni all’unanimità hanno approvato il decreto e le linee guida, ben consapevoli delle proprie competenze e delle conseguenze gestionali
”.

Il provvedimento ribadisce la competenza delle Regioni a disciplinare la viabilità forestale, e non a vietarla, come sembrava dal decreto del 28 ottobre. Tale decreto indubbiamente pecca in chiarezza su un tema così sensibile, basti pensare l’importanza dei settori in gioco, in primis l’ambiente, ma anche lo sport, la salute e non meno importante il volume d’affari che genera.

Pertanto basta preoccuparsi e basta inutili polemiche. Saliamo in sella, ne abbiamo bisogno.

Share