IVA 0% su EBIKE? L’idea è sul tavolo per la transizione green

La guerra in corso sul territorio Ucraino è solamente l’ultima delle conseguenze che sta portando a un’accelerazione importante sulla transizione green, processo che interessa (e interesserà) l’Europa a ogni livello. Il vecchio continente ha intenzione di puntare con decisione sull’energia pulita e rinnovabile, ma anche su forme evolute di mobilità. Un’ennesima conferma è giunta con le bici elettriche e gli impianti dedicati al fotovoltaico.

Bici elettriche: IVA allo 0% in Europa?

Il 7 Dicembre scorso il Consiglio dell’UE ha raggiunto un accordo per quanto riguarda le aliquote IVA. Il testo include riferimenti alle aliquote IVA che in sostanza, gli stati membri dovranno applicare riduzioni rispetto a quelle attuali per specifiche categorie di prodotti, tra le quali dovrebbero rientrare anche eBike e pannelli solari. Il tutto con l’obbiettivo di svincolarsi quanto prima dai combustibili fossili: gas e petrolio. Tra gli obiettivi dichiarati c’è infatti quello di promuovere e favorire l’adozione di queste nuove tecnologie tra i cittadini e le imprese.

iva ebike

Vi è un legame stretto tra le evoluzioni inerenti al settore dell’energia e quelle relative all’ambito della mobilità. Per comprenderlo è sufficiente pensare al processo di ricarica delle batterie che alimentano auto ibride plug-in o EV nonché le bici elettriche. Perché sia realmente a impatto zero sull’ambiente, è necessario che faccia leva sulle fonti rinnovabili.

Nel concreto, la direttiva UE prevede che gli stati membri, quindi anche l’Italia, potrebbero decidere di applicare un’aliquota IVA allo 0% (o al massimo fino al 5%) sugli articoli di queste categorie per sostenerne la diffusione. Andranno ovviamente trovati e stanziati i fondi necessari per supportare un’iniziativa di questo tipo, ma a Bruxelles le istituzioni hanno già dimostrato in più occasioni di essere ben disposte su questo fronte.

Una rivoluzione di questo tipo non è comunque dietro l’angolo: prima che le indicazioni siano recepite e integrate negli ordinamenti nazionali trascorrerà almeno un paio di anni. Se ne riparlerà quindi tra il 2024 e il 2025.

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