Durante i giorni del Bike Festival Cannondale ha presentato la nuova arma da XC, rivista in molti dettgli rispetto la versione precedente.
 
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Quali sono stati i motivi di questo cambiamento?

È chiaro agli occhi di tutti che negli ultimi anni la disciplina del crosscountry è cambiata molto, la tecnica fa sempre più da padrone sia in salita che in discesa. Sopratutto quest’ultimo frangente mette spesso in difficoltà i corridori, difficoltà non intesa come metodo di affronto del problema, ma come possibile perdita di terreno rispetto agli avversari. L’importanza di andare forte in discesa quindi si fa sempre più importante e oltre ad una massiccia dose di bravura e tecnica è necessario avere un mezzo adeguato.

Sempre più professionisti stanno iniziando ad utilizzare bici biammortizzate e queste scelte portano i costruttori ad evolvere i prodotti.
 
Questo il motivo che ha portato Cannondale ad aggiungere una X alla parola XC, e all’evoluzione della Scalpel, ma vediamola nel dettaglio.
 

COM’È FATTA

Il telaio della nuova Scalpel-Si rimane fedele alla fibra di carbonio BallisTec ma tra i 10 modelli a catalogo ce n’è anche uno in alluminio. L’attuale telaio pesa 2.118 grammi, ben 100 g in meno rispetto al precedente, incluso ammortizzatore e asse passante posteriore, un record di leggerezza tra le full-suspended XC.
 
L’ammortizzatore posteriore Rock Shox Monarch è bloccabile mediante comando remoto al manubrio, che aziona anche il lock-out della forcella Lefty.
 
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La biella di link dell’ammortizzatore, ora in carbonio, è più rigida del 6% e più leggera del 10% di quella precedente in alluminio. L’asse passante a espansione “LockR” blocca i due lati del carro posteriore, in modo che agiscano come un pezzo unico solido invece che come un insieme di parti diverse imbullonate. Questo sistema conferisce alla bicicletta una sensazione di estrema solidità e maggiore leggerezza.
 
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Il carro posteriore con sistema “Zero-Pivot” è stato riprogettato in funzione della “Asimmetric Integration”. I foderi bassi sono cortissimi, appena 435 mm, per massimizzare la trazione e la reattività.
Ottimo anche lo spazio a disposizione degli pneumatici, infatti è possibile utilizzare sezioni fino a 2.35” di larghezza.
 
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Tra le modifiche più importanti ed evidenti troviamo l’introduzione della nuova geometria chiamata “OutFront Steering”, nella quale l’angolo di sterzo di 69.5° allunga l’avantreno e garantisce la migliore stabilità anche in presenza di forti pendenze e fondi particolarmente sconnessi, e l’offset personalizzato da 55 mm della forcella Lefty permette agilità e maneggevolezza senza pari nei tratti più guidati.
 
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LA PROVA

Purtroppo il poco tempo a disposizione non ci ha permesso di fare un test completo come quelli che siete abituati a leggere qui su MTBTECH, solitamente utilizziamo le bici per qualche mese, non per qualche ora!
Ma tutto sommato posso trarre delle prime conclusioni e l’idea che mi sono fatto è chiara.
 

IN SALITA

Come vedete dalle foto ho provato la Scalpel-Si in allestimento Race e grazie anche a tale montaggio non potevo che aspettarmi ottime prestazioni.

Tralasciando quindi cerchi e quant’altro, e piuttosto rimanendo sul telaio, sono rimasto molto soddisfatto della posizione in sella, la seduta e la distribuzione degli spazi sono ottimali.
 
Nelle salita più ripide e tecniche, da affrontare anche in punta di sella, non ha mai lasciato spazio a impennamenti della ruota anteriore ebbene essa sia più avanzata rispetto al modello precedente. Il carro molto corto garantisce agilità e molta trazione.
 
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Il carro è mantenuto rigido dall’efficiente bloccaggio dell’ammortizzatore RockShox in grado di annullare qualsiasi fenomeno di bobbing durante la pedalata e piuttosto di garantire accelerazioni fulminee. Nei tratti di salita costante la comodità è assicurata da un ottima sella e dal reggisella in grado di assorbire gran parte delle vibrazioni derivanti dal terreno. La rapportatura è ben equilibrata, la corona da 32 denti opera assieme ad un pacco pignoni da 11 velocità comandato dal sistema di cambiata Shimano XTR.
 
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Torsionalmente il telaio è molto rigido grazie ai pochi fulcri e leve presenti, oltre che ad una qualità dei materiali molto elevata.
Tutto l’insieme coadiuvato da componenti altrettanto prestazionali offre ottimi risultati ai fini del rendimento in pedalata.
 
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IN DISCESA

 
Premendo il tasto sul manubrio si sloccano sia la forcella Lefty che l’ammortizzatore, essi infatti non hanno posizioni intermedie di frenatura che risulterebbero quasi inutili per escursioni così corte e anche rispetto all’utilizzo racing per il quale questa Scalpel è stata concepita.
 
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Come abbiamo rilevato in salita, anche nelle discese tecniche la Scalpel-Si dà il meglio di sé, i foderi corti permettono svolte fulminee mentre l’avantreno avanzato garantisce maggior stabilità alle alte velocità.
 
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Rispetto ad una F-SI il limite che si riscontra sopratutto nelle discese più ripide è molto spostato in avanti, il feeling che offre porta a sognare di avere anche un reggisella telescopico…per poter osare ancora di più…rimarrà un sogno o diventerà realtà?
 

CONCUSIONI

La nuova Scalpel mi ha stupito in positivo per le performance (un po meno per il prezzo) ma non mi stupirò se prossimamente vedrò sempre più biammortizate da crosscountry dall’indole racing.
 
Cannondale ha aperto la strada dell’XXC, le bici da crosscountry e i percorsi di gara stanno cambiando molto, ci sarà ancora spazio per le hardtail?
 
Per info: www.cannondale.com
 
Testo di Matteo Pedrech
Foto di Matteo Pedrech e Silvia Rech

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Rider: Matteo Pedrech
Bici: CANNONDALE SCALPEL-SI RACE 2017
Abbigliamento: casco SUOMY SCRAMBLER, occhiali SCOTT SPUR, guanti ENDURA MT500, calzini GAERNE, scarpe GAERNE STILO LIMITED EDITION YELLOW, zaino OSPREY VIPER 9.
 

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