Cannondale Jekyll Carbon 3 2018
È stata presentata questa primavera, la nuova maxi-enduro di Cannondale, la JEKYLL.
Il nome ricorda i modelli precedenti, realizzati e sviluppati per poi essere sospesi in attesa, evidentemente, di un rientro di forza. E pare essere proprio stato questo l’intento di Cannondale vista la curiosità che ha suscitato il nuovo modello rivisto totalmente rispetto al precedente.
Il richiamo dell’enduro racing ha spinto gli ingegneri a realizzare un mezzo all’avanguardia che riprende i più attuali standard costruttivi e si spinge oltre con chicche tecniche non di poco conto e quote geometriche molto interessanti.
Un primo assaggio l’abbiamo avuto a Riva del Garda durante il Bike Festival, ma dopo poco ci è arrivata in test una JEKYLL Carbon 03. Non un test qualsiasi, l’abbiamo tenuta per ben 5 mesi (tutt’ora in uso!) così da capirla al meglio e riuscire a trasmettervi le impressioni che vanno oltre ai soliti test.
Siete pronti? Salite con noi in sella!
COM’È FATTA
Vi diciamo subito che l’overmountain della casa americana ha perso una delle caratteristiche più importanti, la forcella LEFTY, Ne siete felici? Sicuramente qualcuno la rimpiangerà, ma i più non avranno rimorsi…proseguiamo con ordine 😉
Ha perso anche il sistema “pull-shock” adottando invece un più classico monocross assistito, ma non cambia la caratteristica di avere due travel a disposizione, anzi, si è evoluta con la nuova linea di ammortizzatori FOX GEMINI.
La CANNONDALE JEKYLL 2018 è realizzata in vari allestimenti e materiali, sono ben 3 le versioni con telaio in carbonio, la 01, 02 e 03. La differenza sta nel carro in quanto per la 01 è anch’esso in carbonio mentre per la 02 e la 03 lo troviamo in alluminio. La versione più economica 04 è realizzata totalmente in alluminio.
IL TELAIO
Il frame della JEKYLL 2018 in test è la versione con carro in alluminio, scelta ponderata per due motivi, il primo economico in quanto l’alluminio è meno costoso ed il secondo di maggior affidabilità. Come per tutte le Cannondale il carbonio è di tipo BallisTec.
Geometricamente la nuova JEKYLL gode di un top tube allungato rispetto al modello precedente, 63.4cm in taglia L, un angolo sterzo più aperto che tocca quota 65° e un angolo sella abbastanza verticale di ben 75°. Ma le quote che realmente spiccano sono ben altre. Grazie alla realizzazione di un carro asimmetrico denominato Asymmetric Integration (tecnologia già vista su F-Si e Scalpel Si) i tecnici Cannondale sono riusciti ad accorciarlo portandolo a soli 42 centimetri, un valore da record! Il passo si attesta a 122 cm sempre su base taglia L. Una misura così corta di carro congiuntamente al mozzo boost da 148mm hanno permesso di lasciare abbondante spazio alla gomma posteriore di generosa sezione e di realizzare un insieme molto rigido.
Tra le molte novità troviamo la predisposizione per la batteria di un eventuale cambio elettronico Di2, e non meno importante su una bici da enduro, lo spazio per un portaborraccia, ormai divenuto un incognita molto importante. Tutti i cavi passano internamente alle tubazioni donando armonia e ordine al telaio, nella zona frontale sbucano all’esterno adiacenti alla serie sterzo, tenuti fissi da due morsetti integrati al telaio.
Il cinematismo del carro è di tipo monocross, i foderi inferiori infatti non presentano link o derivazioni di nessun tipo che filtrano il movimento derivante dalla ruota, la tecnologia della sospensione infatti parte dai foderi alti che si fissano ad un link realizzato in materiale composito simile al carbonio, e ad esso è fissato poi l’ammortizzatore Gemini.
Chi ben ricorda il funzionamento in estensione del vecchio Dyad si troverà spiazzato di fronte alla novità di Cannondale, infatti il nuovo ammortizzatore denominato Gemini è caratterizzato sempre da una doppia anima, ma il funzionamento e la base di partenza sono un classico ammortizzatore FOX, opportunamente modificato e nato dalla collaborazione tra FOX e Cannondale.
Ma le chicche non finiscono qui: la parte inferiore della tubazione diagonale è infatti coperta da una protezione in carbonio fissata al telaio, molto ben accompagnata alle linee del frame tanto che vederla risulta un dettaglio esteticamente piacevole e racing.
Cannondale ha puntato molto sui dettagli e lo confermano anche i perni utilizzati sul carro, di tipo Lockr, cioè dotati di expander che ne limita i giochi prodotti dalle vibrazioni. Non meno importante l’attacco ISCG05 che permette il montaggio di guidacatena o paracorona.
LE SOSPENSIONI
Forcella FOX 36 Performance 170mm
L’allestimento della CANNONDALE JEKYLL 03 prevede una forcella FOX 36 Float Performance da ben 170mm di corsa, con un rake di 44mm. Rispetto alla più raffinata Factory non prevede il trattamento Kashima ad alta scorrevolezza, ma le qualità principali della forcella rimangono tali. Steli da 36mm, cartuccia FIT4 e battuta boost 110mm.
Le regolazioni comprendono il precarico ad aria sullo stelo sinistro, mentre a destra c’è il bloccaggio in tre posizioni tramite levetta posta in testa allo stelo e velocità del ritorno sotto al fodero.
Ammortizzatore FOX FLOAT Performance DPS EVOL GEMINI
Il cuore della CANNONDALE JEKYLL è l’ammortizzatore posteriore, in questa versione FOX FLOAT DPS EVOL GEMINI a differenza delle Jekyll 01 e 02 che montano invece il FLOAT-X dotato quindi di piggyback.
Di nuova concezione la lunghezza metrica che di fatto ha permesso di avere un ammortizzatore più lungo e con una capienza extra di aria, cosiddetta EVOL, per sopperire alle esigenze di costanza di performance necessarie in discesa.
Le regolazioni consentite (precarico e idraulica) rimangono le medesime di qualunque Fox Float e Float X, ma con il sistema GEMINI, integrato tra la parte idraulica e quella pneumatica, attraverso il comando remoto si interviene sul volume interno della camera positiva dell’ammortizzatore.
Questa riduzione di volume rende la curva di compressione estremamente progressiva limitando di fatto la corsa da 165mm a 130mm.
Le due modalità sono chiamate FLOW e HUSTLE, dove la prima indica la piena escursione di 165mm mentre la seconda limitata a 130mm garantisce più efficacia in pedalata.
Come per la forcella, è possibile regolare il precarico ad aria, il ritorno tramite il pomello rosso ed il bloccaggio in tre posizioni tramite la levetta blu.
LE RUOTE
Gommata di qualità, la JEKYLL03 monta di serie un’accoppiata MAXXIS ready to race, all’anteriore fa capolino di fatto una Minion DHF da 2.5” mentre al posteriore una DHR II da 2.4”, entrambe Tubeless Ready e Dual Compound!
I cerchi sono affidati a WTB che propone per questo allestimento dei Frequency Race i29 da 27.5 di diametro e 29mm di canale interno. Essi sono Tubeless Ready e prevedono 32 raggi DTSwiss da 2mm, fissati a dei mozzi Formula con battuta boost 110 e 148mm.
I FRENI
Accoppiata Shimano SLX, con disco da 203mm e 180mm, al posteriore la pinza è montata su di un attacco di tipo flatmount, considerato dai tecnici Cannondale più performante e poco rumoroso.
IL CAMBIO
Essendo una trasmissione monocorona, come ormai siamo abituati a trovare in quasi tutte le mountain bike di tipologia enduro racing, l’unico cambio esistente è quello posteriore. Esso è un misto Shimano XT-SLX, a 11 velocità rapportato 11-46 e dotato di controllo dell’oscillamento Shadow Plus.
La guarnitura è marchiata Cannondale, realizzata custom per essere montata su questa tipologia di carro asimmetrico e con una corona SpideRing da 30t.
ALTRI COMPONENTI
Terminano il montaggio una sella Fabric Radius Scoop sorretta da un reggisella TransX Dropper da 120mm (qui il test dedicato https://goo.gl/YZYyho). L’avantreno è caratterizzato da un manubrio Cannondale C3 in alluminio da 15mm di rise, 4° up swing e 9° back swing. Il diametro è il classico 31.8, così come la larghezza da 780mm. Attacco manubrio anch’esso Cannondale C3 lungo 35mm.
IL TEST
La CANNONDALE JEKYLL in questione l’abbiamo testata per oltre 4 mesi su sentieri di tutti i tipi, dai singletrack collinari ai bikepark alpini, dalle strade bianche di campagna ai trasferimenti su asfalto. Una bici che ha smosso il movimento enduristico non potevamo prenderla sottogamba e per questo vi raccontiamo le nostre opinioni, con pregi e difetti.
Una volta tirata fuori dall’imballo ci siamo prodigati a montarla e ci siamo soffermati parecchio nel scegliere la posizione ottimale della levetta remota del selettore GEMINI, non di poco conto se pensiamo che in gara può essere utilizzato…ma vi spieghiamo tra poco in che modo. Alla fine abbiamo optato per montarlo a sinistra (assieme al manettino del reggisella) visto che a destra c’è già il manettino del cambio e in gara difficilmente si utilizza il reggisella telescopico.
A bici completa la bilancia indica un peso di 14.7 kg, non la più leggera delle maxi enduro di questo calibro, ma rispetto alla fascia prezzo è nella media.
Le prime regolazioni si sono rivelate abbastanza semplici visto che entrambe le unità ammortizzanti dispongono di o-ring per la misurazione del SAG e sono libere da impedimenti derivanti da leveraggi invasivi. È sottinteso che la regolazione dell’ammortizzatore si fa in modalità Flow e non in Hustle! Inizialmente abbiamo regolato il sag della forcella al 30% della corsa totale, come anche quello dell’ammortizzatore.
Una volta in sella la posizione di guida risulta caricata in avanti, il manubrio è basso e si nota come sia stato allungato il top-tube preferendo montare un attacco manubrio più corto, molto bene!
Già i primi metri nel cortile danno cenni inequivocabili sul carattere di questa JEKYLL.
L’avantreno angolato a 65° è laggiù, distante, con una ruotona da 2.5 pronta ad aggredire terra, radici e pietre. La larghezza del manubrio è perfetta per la gran parte dei rider maschi e nella guida dona subito una sensazione di controllo totale. Provando a curvare ci si rende conto immediatamente della compattezza del carro e della morbidezza del cinematismo della sospensione, ma le vere impressioni le abbiamo apprese successivamente lungo i sentieri…
IN SALITA
Una bici da discesa…provata in salita?! Eh sì, ahimè i trasferimenti sono da fare, ma anche per chi fa una sgambata di un paio d’ore non ha sempre la possibilità di schivarsela, giusto?
Oltretutto fa parte della vera filosofia enduristica! Fatto sta che le geometrie e le tecnologie adottate da Cannondale cercano di mitigare le difficoltà che si hanno con molte mtb da enduro, in questo caso ci viene in aiuto un piantone sella parecchio verticale che sposta la seduta in avanti evitando gli impennamenti dovuti dalla pendenza, per quanto possibile, visto che nelle situazioni di maggior ripidezza è necessario pedalare seduti in punta di sella.
Il cinematismo del carro non presenta caratteristiche innovative ma punta molto sulla rigidità e sulla semplicità dei leveraggi, contando piuttosto sull’aiuto di un ammortizzatore “evoluto”. Si notano alcuni fenomeni di bobbing (ondeggiamento a ritmo di pedalata) che possono venir smorzati molto bene dall’ottimo bloccaggio della sospensione, puntualizziamo che tale sensazione diventa spiacevole solamente lungo salite d’asfalto o su strade forestali battute, diversamente lungo le salite tecniche nei singletrack mantenendo il bloccaggio su “trail” è possibile sfruttare una maggiore trazione della ruota posteriore.
Rimanendo a parlare dell’ammortizzatore, il sistema GEMINI permettere di avere due configurazioni non solo per quanto riguarda l’escursione ma anche per la progressività dell’unità ammortizzante. Per entrambe le configurazioni è quindi utilizzabile il selettore del bloccaggio, così da avere in totale ben 6 settaggi diversi! In salita abbiamo quasi sempre utilizzato la modalità Hustle (limitata quindi a 130mm di escursione) ed il selettore del bloccaggio in modalità Trail o Climb.
Quest’ultima modalità blocca in modo netto l’ammortizzatore evitando del tutto fenomeni di bobbing e rendendo il carro molto rigido, ideale per risalite su terreni compatti.
La rapportatura offerta da Shimano rende pedalabile la CANONDALE JEKYLL 03 anche dai meno allenati, i quali possono contare su una corona da 30t e un pignone da 46t.
IN DISCESA
I primi metri con dislivello negativo scoprono un sorriso a 32 denti! Una volta abbassata la sella ci si può concentrare su come aggredire le curve e ollare le radici.
Entrambe le unità ammortizzanti richiedono un rodaggio di almeno un centinaio di km prima di funzionare al meglio delle loro capacità, dopo di che è possibile controllare il sag e iniziare a divertirsi veramente.
Il lungo wheelbase permette di prendere velocità importanti e mantenere il pieno controllo del mezzo, l’insieme forcella-sospensione-telaio coopera molto bene e si notano gli sforzi fatti da Cannondale e Fox nel collaborare per creare un mezzo performante di alto livello. La tecnologia di costruzione del telaio in carbonio BallisTec lo rende molto rigido e in grado di donare una buona sensibilità durante la guida.
Nelle discese tecniche la mobilità richiesta è permessa dal telaio compatto e semplice, la bicicletta in corsa fa scordare alcuni grammi di troppo permettendo comunque di eseguire bunnyhop in piena semplicità, grazie ad una rigidità del telaio sopra la media e ad un carro molto corto.
Chi predilige l’ambito agonistico troverà pane per i suoi denti sfruttando la trazione ed il grip di queste coperture Maxxis, gomme fatte per chi ama andare forte e sa spingere la bici in curva, mentre al posto della corona da 30 denti sarebbe opportuno installarne una da 32 così da sfruttare di più l’allungo.
Ineccepibile il lavoro di entrambe le unità ammortizzanti, la forcella con steli da 36 è molto rigida e sebbene sia tendenzialmente progressiva dona un buon feeling. Come già appurato in altri test la Fox 36 è maggiormente gradita da chi va forte, mentre l’utilizzatore medio molto spesso preferisce la fluidità di RockShox.
Il cinematismo della sospensione posteriore rende invece leggermente nervoso il carro mano a mano che le velocità si alza, è possibile rimediare intervenendo sull’idraulica ma bisogna trovare il giusto compromesso per non stravolgere il setting per gli altri frangenti di guida. Probabilmente un ammortizzatore a molla aiuta a risolvere del tutto la sensazione appena citata. Non mancheremo di provare anche questo setup! Nel complesso la progressività della curva di compressione ci ha permesso di aumentare il SAG fino alla soglia del 40% senza incorrere in violenti finecorsa.
L’ammortizzatore, sebbene senza piggyback, non ha avuto cali di performance durante le discese più lunghe, date le ampie dimensioni in lunghezza e in diametro che permettono un discreto raffreddamento.
Il sistema GEMINI l’abbiamo usato anche in discesa, eccome se l’abbiamo usato! Attivando la modalità HUSTLE la corsa si riduce e la bici permette scatti molto più efficienti, anche con l’idraulica aperta, utilissimo quindi nei brevi rilanci o nelle salitine che costringono a pedalare, talvolta presenti anche durante una prova speciale di enduro!
IN CURVA
Il carro di soli 42cm la posiziona ai vertici della categoria e sebbene il passo sia decisamente lungo questa JEKYLL è capace di cambi di direzione fulminei. La mobilità in sella è molto buona e permette di spostare la bici agevolmente riuscendo ad essere molto rapidi nelle uscite di curva.
Una volta impostata la curva non si notano flessioni nemmeno quando la pressione esercitata dal fisico sui pedali si fa importante. Cannondale ha lavorato molto sulla tecnologia del telaio realizzando un frame in carbonio con tubazioni maggiorate e dei perni sovradimensionati, per questo molto rigido.
I cerchi, sebbene non abbiano mai dato problemi di affidabilità, non si sono dimostrati molto rigidi in senso torsionale e nemmeno molto leggeri. Certo l’allestimento in questione non è il più ricco della gamma ed è quindi difficile pretendere sia la botte piena che la moglie ubriaca!
IN FRENATA
Nella fase di entrata di curva abbiamo rilevato un leggero irrigidimento del carro avvertibile specialmente in bikepark dove è più frequente incorrere nelle braking bumps, mentre il telaio mantiene allineata e rigida la bicicletta nel suo insieme, lasciando lavorare la mastodontica forcella da ben 170mm di corsa.
L’impianto frenante Shimano SLX con dischi da 203 all’anteriore e 180 al posteriore non ha mai dato segni di cedimento sebbene non ci abbia impressionato ai fini della potenza. La sicurezza del biker è comunque sempre garantita, ma per correre in bikepark o per chi ha l’animo agonistico consigliamo la sostituzione del’impianto con uno più idoneo a tale scopo.
NOTE
Ci siamo interrogati sul motivo della scelta fatta da Cannondale nel montare delle manopole così fine su una bicicletta taglia L, proporzionalmente alla taglia si presume che le mani del biker siano di dimensioni medio grandi. Abbiamo provveduto a cambiare le manopole con delle altre di diametro leggermente maggiore.
Ormai è quasi inutile continuare a dirlo, ma noi lo ripetiamo, dato che i novelli che ci seguono sono sempre in crescita: le camere d’aria teniamole nello zaino in caso d’emergenza, le ruote vano trasformate tubeless fin da subito! Il consiglio che vi diamo è proprio quello di non utilizzare la bici finché non rendete le ruote tubeless così da lavorare su componenti perfettamente puliti. La tenuta delle gomme e dei cerchi è assoluta.
CONCLUSIONI
In questi mesi di test abbiamo studiato a fondo la CANNONDALE JEKYLL 03, non solamente tecnicamente ma anche per come è possibile utilizzarla nel vasto mondo della mountain bike. La JEKYLL 03 è il modello più economico dotato di telaio in carbonio, il prezzo di listino è di 3999€. Siamo rimasti sorpresi dalla qualità dei componenti più importanti: il telaio è lo stesso delle sorelle più costose (eccetto per il carro che nella versione Jekyll 01 è anch’esso in carbonio), ruote resistenti e durature, ammortizzatori molto validi.
Il colore arancione fluo è stupendo, brillante e molto racing, ma potrebbe sbiadirsi leggermente con il passare dei mesi, c’è una nota ben chiara riportata da un adesivo sulla parte bassa del telaio. Non è un difetto ma una caratteristica di tutte le colorazioni fluo.
Altri componenti, come i freni, hanno un po’ deluso i tester più smanettoni essendo carenti della potenza richiesta per affrontare gare di enduro o giornate in bikepark, ma nell’insieme la CANNONDALE JEKYLL 03 si è dimostrata affidabile e risulta molto valida come base per eseguire personalizzazioni.
La JEKYLL 03 si rivela una bici ideale per la maggior parte degli enduristi che non vogliono impegnare cifre esagerate, tutto quello che serve c’è e fortunatamente il risparmio non intacca i componenti più importanti (telaio e unità ammortizzanti) ma tutto ciò che in un momento successivo il rider può personalizzarsi con una spesa relativamente economica.
Il test, essendo andato più per le lunghe rispetto alle tempistiche abituali, ci ha permesso di gustarla al meglio in più ambientazioni e di valutarne l’affidabilità nel lungo periodo. A tal proposito confermiamo l’affidabilità del telaio, delle boccole e dei componenti, ruote comprese, sebbene non siano i più leggeri della categoria… ma forse anche per questo meno delicati?
Prezzo: 3999€
Garanzia: a vita sul telaio
Sito del produttore: www.cannondale.com
Testo: Matteo Pedrech
Foto: Matteo Pedrech e Silvia Rech
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