TEST ORBEA LAUFEY
Orbea Laufey si rinnova con nuovi colori e nuovi montaggi. Una front dall’ottimo rapporto qualità prezzo ma soprattutto una front in grado di regalare emozioni tanto al principiante quanto all’esperto. 140mm di escursione, ruote da 29″ e geometrie pensate per il divertimento e guidabilità.
COM’È FATTA:
Il telaio della front enduro di Orbea è in alluminio idroformato con colorazioni e grafiche minimal, progettato per ruote da 29″, Boost posteriore 12×148 e capace di ospitare forcelle da 140mm di escursione. Telaio che rimane invariato per tutte e tre le versioni della Laufey.
Il minimalismo del telaio è esaltato dal passaggio cavi interno che lascia un linea pulita esaltando i punti di lavorazione e saldatura dell’alluminio. Guardando meglio il telaio notiamo come i tubi utilizzati siano di diverso profilo e forma.
Top tube e chainstay con tubi ovali e un tubo triangolare arrotondato per il downtube che aggiunge anche un tocco di stile alla bici giocando sulle ombre. Forma e spessore sono differenziati con l’obiettivo di ridurre il peso senza comprometterne la resistenza e sicurezza. Le geometrie ci lasciano intendere quanto la Laufey sia una vera bici “allround”, una tuttofare divertente.
Angolo di sterzo 65.5°. Aggressivo quanto basta ma soprattutto stabile, per affrontare i sentieri più tecnici e ripidi.
Seat post con i suoi 75° garantisce una buona pedalabilità e un assetto in sella comodo. Chainstay di 453 mm con un interasse di 1235mm (taglia XL) per il giusto mix di stabilità e agilità nella guida, in particolare alle alte velocità.
Toptube di 662 mm (taglia XL) offre la libertà di movimento e gestione dei pesi. Altezza movimento centrale 313,5 mm.
La forcella, nella versione H10, è una Marzocchi Z2 ad aria con regolazione del ritorno e bloccabile. Perno passante 15mm. Una forcella ottima per la fascia di prezzo in cui si inserisce l’Orbea Laufey, è sicuramente uno dei punti di forza della proposta di montaggio della H10. In più, la Marzocchi Z2, segna il ritorno di una forcella storica che lasciò il segno negli anni passati.
Ruote marchiate Orbea Oc1 n29c tubeless ready con gomme Maxxis Forekaster 2.60″ FB 60 TPI Dual Exo TR all’anteriore e Maxxis Rekon 2.60″ FB 60 TPI Dual Exo TR al posteriore. Per una bici polivalente è giusto abbinare dei copertoni polivalenti in grado di rendere su ogni tipo di terreno e allo stesso tempo essere abbastanza scorrevoli sul pedalato.
Monta un gruppo misto Deore/Slx a 12 velocità con un pacco pignoni 10-51 denti e corona da 32. Lo sviluppo metrico con la 32-51 è di 1,49 metri montando delle gomme da 29×2.6, il quale permette anche ai meno allenati di riuscire a finire le salite più ripide. Nel caso si volesse ulteriormente ridurre lo sviluppo metrico al minimo è possibile montare una corona da 30 denti e dei copertoni 29x2.35, in questo caso si riuscirebbe a limare qualche centimetro, andando a 1,37m.
Freni Shimano M6100 Deore Hydraulic Disc con rotori da 180mm all’anteriore e posteriore. Un impianto frenante di medio-bassa gamma con pinze a due pistoncini. Buono per un utilizzo leggero e trail.
Orbea monta altri componenti con il proprio marchio “OC”: manubrio aggressivo da 780 mm con 12mm di rise, attacco manubrio da 35mm e 7° di inclinazione abbinato a delle manopole OC con interno rigido, rivestimento in gomma e collarini in alluminio. In fine, il reggisella telescopico MC20 Mountain Control Dropper.
IL TEST:
ORBEA LAUFEY
Prima di mettermi in sella ho fatto qualche minima modifica e settato la bici. Sono 187 cm, 80 kg circa. Ho testato la Laufey H10 in taglia XL.
Pressione gomme a 1,8 atmosfere al posteriore e 1,6 all’anteriore. Premetto che parto con un po’ di scetticismo per le gomme montate. 2.6″ e il modello non sono proprio le gomme alle quali mi affiderei per divertirmi in discesa. Pressione forcella come da tabella Marzocchi per 90kg, calcolando circa 5kg tra abbigliamento e marsupio/zaino.
Ho ancora abbassato di 2cm l’attacco manubrio per migliorare la performance in pedalata, soprattutto sul ripido, e per renderla più aggressiva in discesa. Essendo a prima vista troppo “comoda” come assetto e con un dislivello sella-manubrio davvero minimo. Ho inclinato leggermente in avanti la sella e spostata di qualche tacca in avanti. Nel test ho utilizzato sia pedali spd che flat per meglio percepire le sensazioni sulla pedalata e nei tratti sconnessi in discesa.
La Orbea Laufey H10 trova il suo habitat nei trail flow ma si adatta anche ai sentieri più impegnativi, basta non guardare il cronometro e pensare solo a divertirsi. È una buona compagna di avventure anche per le uscite di cicloalpinismo, nel portage il peso conta, sebbene l’Orbea non sia una piuma, ma le sensazioni in discesa ripagano tutta la fatica della salita. Scendere ed esplorare con una maggiore sicurezza significa godersi di più la gita e alzare il limite.
Discesa
Salito in sella si apprezzano immediatamente le geometrie. Buono lo spazio tra sella e manubrio che lascia sicuramente un’ottima possibilità di movimento. La discesa non spaventa sicuramente l’Orbea Laufey, al massimo può spaventare il rider mentre cerca di portarla al limite.
Non è una bici dalle geometrie esasperate ma l’angolo di sterzo, l’escursione da 140mm, il manubrio aggressivo da 780mm e la posizione di guida centrale lasciano poco da invidiare alle trail biammortizzate. Sul guidato veloce e sui rilanci la hardtail ha pochi rivali.
L’assenza di un ammortizzatore posteriore si fa sentire ma, sinceramente, non mi manca per niente. Le sensazioni dirette che ti regala la front non sono sostituibili da un ammortizzatore posteriore, parlando sempre di divertimento e miglioramento della tecnica di guida. Dopo quattro uscite nei sentieri della collina torinese ho preferito cambiare le gomme con qualcosa di più aggressivo e guidabile. Ho montato all’anteriore una Maxxis Minion Dhf 2.5″ e al posteriore una Maxxis Ardent 2.4″ mantenendo le pressioni tra 1,8 – 2 bar a posteriore e 1,5 – 1,8 all’anteriore, con camere d’aria. Tutto quello che leggere d’ora in poi è stato appuntato con queste gomme. Le 2.6″ non le trovavo adatte all’uso che volevo fare della front di Orbea.
In pietraia la Laufey accusa più l’incertezza del biker che le pietre vere e proprie. Richiede, naturalmente, più precisione e fluidità di guida. Quando uno dei due elementi viene a mancare si interrompe il ritmo e, a differenza di una full, non perdona gli errori. Però quanto godi quando affronti il flow con un front cattiva?
I salti non sono un problema e la posizione di guida centrale ti invoglia a staccare le ruote da terra il più possibile. Sicuramente un vantaggio sul veloce e sicuramente un divertimento su qualsiasi tipo di trail di medio-facile difficoltà. La maneggevolezza in aria è ottima, si lascia portare ma rimane comunque stabile.
Sul ripido tecnico è stata una scoperta. Premetto che sono partito prevenuto perché pensavo mi penalizzasse molto, e invece si è rivelata una macchina da guerra. La possibilità di muoversi molto tra sella e manubrio facilita anche le manovre a bassa velocità. non ho percepito torsioni sulle ruote nei passaggi più trialistici.
Riconfermo come l’ Orbea Laufey possa essere un ottimo mezzo per esplorare e per il cicloalpinismo con focus sulla discesa.
C’è solo un punto, comune alle hardtail, in cui va in crisi. O meglio, manda in crisi braccia e gambe del biker. Quelle maledette brake bumps che spesso si creano in punti dove non serve nemmeno frenare. Immaginate la scena: siete sul guidato veloce dove occorre un minimo di precisione, pelare i freni, e tutto a un tratto vi trovate un martello pneumatico sotto le mani, così, senza apparente motivo. Ecco quelle le brake bumps che nascono grazie a chi frena con la sensibilità di un elefante. La Laufey ovviamente le patisce ma le patisco anche io, più mentalmente che fisicamente.
Lei risponde mandando mazzate sui piedi, io rispondo mandandole e basta.
I freni Shimano di serie con dischi da 180mm sono l’unico punto dolente di tutto il montaggio della H10. Se state pensando al primo upgrade da fare, vi suggerisco di puntare su dei freni più performanti.
Salita
La messa in sella è una buona via di mezzo tra un enduro puro e una trail. Non è pensata per la performance pura ma con qualche piccolo accorgimento sento già il miglioramento sulla spinta e postura.
L’inclinazione del tubo sella permette di spostare il baricentro verso avanti-basso e superare anche le salite più ripide. L’attacco manubrio corto migliora ancora di più l’impostazione di guida in salita, oltre che in discesa, offrendo una pedalata precisa e diretta. Non essendo una cross country è importante enfatizzare l’assetto da salita per evitare che sul ripido si perda aderenza con l’anteriore. Per questo sono contento di aver tolto quei 2cm di distanziali dall’attacco manubrio.
Scegliere la linea giusta è fondamentale tanto in discesa quanto in salita, la Laufey offre il giusto compromesso per divertirsi in discesa e risalire agevolmente.
La cassetta a 12 rapporti fa il resto, con una possibilità di sviluppo metrico davvero alla portata di tutti. In più, l’ampia escursione del reggisella consente di passare in un attimo a un assetto aggressivo da discesa.
Personalmente ho trovato la sella poco confortevole per le uscite lunghe. Nonostante la seduta comoda la pressione sul coccige e pavimento pelvico si fa sentire, in particolare nelle pedalate su sentiero facile, dove la posizione è prettamente statica e raramente ci si alza sui pedali. Una sella più performante è consigliata nel caso in cui vogliate affrontare gite di oltre 5 ore e che prevedono lunghi tratti pedalati sul facile.
CONCLUSIONI:
Una front aggressiva, versatile e un ottimo rapporto qualità/prezzo. Questa è l’Orbea Laufey H10. Alcuni potrebbero prenderla come muletto o seconda bici ma la verità è che le front come l’Orbea Laufey creano dipendenza e si accontentano di poca manutenzione. Vi troverete quindi a usare più questa della vostra full da “performance”. Niente ammortizzatori, niente cinematismi e meno torsioni. Sul lungo periodo queste tre caratteristiche gravano parecchio sul costo totale manutentivo del mezzo.
I puristi delle front aggressive storcerebbero il naso nel vedere un telaio in alluminio ma le geometrie, le ruote e gomme penso abbiano colmato quel gap di rigidità tra acciaio e alluminio di cui tanto si discute. La Laufey H10 potrebbe essere la front tuttofare in grado di adattarsi alla tipologia di riding ricercata cambiando semplicemente gomme e l’assetto.
Aggressiva e stabile in discesa, pedalabile e confortevole in salita. Adatta tanto alle uscite veloci del dopo lavoro quanto alle gite di più ore. Il peso si fa sentire ma diventa un dettaglio quando inizi a pedalarla perché è come se la usassi da sempre. Posizione centrale e neutra ti danno una confidenza immediata.
In circa 280 km e circa 9000 di dislivello positivo pedalato tutti i componenti hanno retto bene le sollecitazioni. Ammetto che un manubrio dall’upsweep così accentuato distribuisce la forza principalmente sul lato della mano. Questo dipende molto dallo stile di guida. Nel complesso è un mezzo che passa a pieni voti un test cosi stressante, nonostante i freni non cosi efficienti.
Prezzo di listino: 1899 €
Freni poco performanti.
Qualità del telaio;
Carattere e performance in discesa;
Rapporto qualità/prezzo.
Link al sito ORBEA: www.orbea.com
Testo: Davide Allegri
Foto: Matteo Maritano