TEST Lapierre Prorace CF 9.9 – Frontino will never die
TEST Lapierre Prorace CF 9.9 – Lapierre lancia un’anteprima importante. Dopo aver visto l’XR biammortizzata nei mesi scorsi, ora è la volta della nuovissima Prorace CF. Si tratta di una front aggressiva, senza l’elastomero della Prorace SAT ma che cerca il giusto equilibrio tra hard-tail e soft-tail.
L’abbiamo provata in anteprima
Prorace è un nome famigliare per la casa di Digione, da diversi anni presente a catalogo e nell’ultima versione “Prorace SAT” prevede un elastomero sulla sommità dei foderi superiori che lo inseriscono tra i telai soft-tail, ossia quei telai da cross country declinati per offrire comodità e assorbimento delle vibrazioni ma senza adottare un vero e proprio ammortizzatore. Ora però è il giorno della nuova Lapierre Prorace che perde la sigla SAT soppiantata dalla CF.
Telaio completamente rinnovato, partendo da zero ma mantenendo il focus su degli obbiettivi tanto fondamentali quanto difficili da ottenere: massima leggerezza, reattività e comodità.
“Comodità” sembra un ossimoro quando si parla di mountain bike front, quindi ammortizzate solo frontalmente. Sappiamo bene come facciano fatica a digerire le vibrazioni e i colpi derivanti dalla ruota posteriore e che il telaio con difficoltà assorbe. Ma i francesi di Lapierre hanno cambiato le carte in tavola presentando la nuova Prorace CF.
COM’È FATTA:
Come abbiamo detto, la nuova Lapierre Prorace CF si basa su una nuova progettazione del telaio, un nuovo dispiegamento delle fibre, stavolta di tipo UD SLI (unidirezionali) e un concetto chiamato 3D Tubular che porta ad una diminuzione di peso pur mantenendo il concetto di elasticità dell’apprezzato sistema SAT.
Il nuovo telaio della Lapierre Prorace CF è composto da oltre 300 parti di carbonio posizionate in punti ben precisi per donare risposte meccaniche ben calibrate, secondo gli obbiettivi degli ingegneri Lapierre. Grazie a questo metodo costruttivo è possibile gestire al meglio lo spessore del materiale in funzione della zona e quindi il telaio risulta più leggero. La Prorace CF esprime la massima espressione tecnologica di Lapierre.
Ma andiamo a conoscerla nei dettagli, partendo proprio dal cuore tecnologico della Prorace: il carro. Ebbene sì, grazie ai materiali compositi gli ingegneri sono stati in grado di ottimizzare il triangolo posteriore giocando non solo sulla rigidità laterale e verticale dei foderi orizzontali (asimmetrici), ma anche sulla flessibilità dei foderi superiori per guadagnare trazione e fornire un miglioramento significativo del comfort. Si vede chiaramente come la forma dei foderi sia parte determinante ai fini della risposta durante la corsa.
L’attacco dei foderi superiori avviene sul top tube per scaricare le vibrazioni distanti dal piantone sella, mentre la sezione dei foderi permette una rigidità laterale degna di una hard-tail.
I foderi inferiori partono molto possenti dal movimento centrale per poi diventare sfinati verso il perno della ruota, per poi coordinarsi con quelli superiori. Non meno importante il reggisella da 27,2 mm di diametro, in grado di flettere!
L’utilizzo di nuove fibre di carbonio VHM e HM consente un notevole risparmio di peso a vantaggio delle prestazioni. Su questa Prorace sono stati sviluppati due livelli di lay-up di carbonio, una versione UD SLI Team più preziosa e una UD SLI più tradizionale. Queste finiture permettono di toccare pesi di riferimento assoluto: il telaio UD SLI Team pesa solamente 845 grammi, mentre la versione UD SLI tocca quota 970 grammi. Considerato che il “vecchio” Prorace SAT era a 1070 grammi siamo di fronte ad un guadagno di peso di oltre 200 grammi nel solo telaio.
Ma la tecnologia della Lapierre Prorace CF non si limita alla progettazione del carro, infatti anche il telaio anteriore risulta molto interessante sia in termini di lavorazioni tecniche che di concezioni anche stilistiche. Degne di nota sono le ampie zone che compongono le giunzioni delle principali tubazioni, il piantone sterzo e il movimento centrale. Il primo è molto basso (90mm) ma molto corposo per essere rigido e preciso, il secondo segue la stessa filosofia e integra un movimento centrale di tipo pressfit.
Tutte le tubazioni presenti -nella bici in test c’è solamente quella del freno posteriore dato che il cambio è wireless- passano internamente al telaio grazie a dei comodi fori posti adiacenti alla serie sterzo. Sono presenti ben tre fori, uno per il freno posteriore, uno per la guaina del cambio (se di tipo meccanico) e il terzo per un eventuale comando remoto del reggisella telescopico. Inserti “poco integrati”? Sì e non ci scandalizziamo, anzi: certe situazioni troppo integrate (come i passaggi cavo interni al manubrio) rischiano di diventare dei veri e propri impicci quando si deve fare manutenzione.
Ai fini della protezione avremmo preferito trovare una gomma protettiva lungo la parte bassa del tubo diagonale. L’unico materiale antiurto presente è quello che copre il fodero posteriore destro.
Guardando i numeri la Prorace CF rispecchia quote moderne ma non estremizzate, dove il piantone sterzo è inclinato a 68°, il Reach è stato allungato mediamente di 20mm per ogni taglia e il piantone sella più verticale di 1 grado. I foderi sono piuttosto corti e toccano quota 420mm, mentre è degna di nota anche l’altezza del piantone sterzo di soli 90mm in taglia M e mediamente più corto di 5mm rispetto al vecchio modello. Tutto ciò porta ad uno Stack più basso che equivale ad avere un baricentro più basso.
La Lapierre Prorace CF oggetto del test è l’allestimento 9.9, il più prezioso della gamma, realizzato con finitura del telaio Team e montata con componenti prestigiosi e puramente race oriented.
Iniziamo dalle ruote composte da cerchi Lapierre XC in carbonio, ovviamente 29 pollici, e 28 raggi per ruota. Raggi aerodinamici e innestati a testa dritta. I copertoni sono una coppia Maxxis Rekon Race da 2.35 di larghezza e differenziati nella mescola.
Il gruppo X01 Eagle AXS è una vera chicca, sempre apprezzato per la precisione e la velocità delle cambiate, abbinato alla cassetta 10-52. Pedivelle Sram X1 da 175mm con corona da 34 denti.
Di casa Sram anche i freni, Level TLM, con dischi Centerline da 160 e 180mm.
La forcella è una RockShox SID SL Ultimate con cartuccia Charger Race Day e bloccaggio remoto al manubrio. La corsa è di “soli” 100mm, come prevede il cross country più tradizionale.
Per terminare, il cockpit è composto da un manubrio FSA SL-K in carbonio da 740 mm di larghezza e 31,8 mm di diametro, abbinato ad un attacco in alluminio marchiato Lapierre, lungo 60 mm.
Reggisella in carbonio da 27,2 mm di diametro e sella Fizik Taiga.
IL TEST:
La Prorace 9.9 è un peso piuma, in taglia M alla bilancia fa segnare i 9.7 kg, quota raggiunta in primis grazie al nuovo telaio, ma anche per merito dei componenti orientati alle prestazioni e… al peso!
A prima vista la Prorace è compatta, il telaio è compatto. Uno stand over ridotto permette di avere un fuorisella maggiore e in questo caso equivale ad un tubo con maggior flessibilità. Ma non solo, un telaio compatto è più rigido, possiamo dire essere il concetto base dei telai sloping che hanno preso piede a inizio anni 2000.
In sella si notano subito le quote racing ma non estreme, il Reach allungato porta a sua volta un attacco manubrio più corto, la ruota anteriore è avanzata ma non troppo mentre la ruota posteriore la si sente immediatamente reattiva alle prime pedalate. Reattività che ritroveremo anche più avanti nel test, ma facciamo un passo per volta.
La posizione di guida è centrale, con il peso leggermente più carico sul manubrio, basso come prevedono i setup dediti alle prestazioni. I comandi sono posizionati molto comodi, compreso il manettino di blocco e sblocco della forcella, mentre il manettino SRAM AXS è pura libidine grazie alla possibilità di settarlo a piacimento.
IN SALITA
Lo sappiamo bene: per quanto le competizioni di XC siano sempre più estreme, la differenza si fa -soprattutto- in salita. È in questo frangente che la Lapierre Prorace CF 9.9 riesce a sfoggiare il meglio di sé esibendo doti di reattività in grado di farla letteralmente schizzare in avanti. Non è un’affermazione così scontata, necessita infatti di un telaio ben progettato e di un insieme di componenti ben coordinati tra loro. È il caso della Prorace CF in questo allestimento 9.9 dotato, inoltre, del telaio “Team” più raffinato e leggero.
Nelle lunghe salite costanti, poco tecniche, la Prorace è comoda. Comodità che si fa notare in primis dalla funzionalità del reggisella in carbonio da 27,2 mm di diametro in grado di flettere e di assorbire le sconnessioni del terreno. In secondo luogo si nota il lavoro del carro, in particolare dei foderi e della particolare giunzione che punta direttamente al top tube evitando il piantone sella. Una soluzione che il brand di Digione ha già collaudato sulle biciclette da strada e che ora porta nel mondo offroad. A differenza del reggisella che si fa notare immediatamente, l’assorbimento delle vibrazioni del carro è per palati fini, una funzionalità che nel lungo termine ha effetti benefici non solo in termini di comodità per il sedere, ma soprattutto per la schiena e la fascia lombare della stessa.
Ma è nelle sezioni tecniche che la Prorace tira fuori gli artigli sfoggiando una precisione di guida molto buona per merito dei foderi posteriori piuttosto corti, mentre il manubrio basso permette di mantenere una buona posizione senza obbligare a esagerate flessioni in avanti. I minimi fenomeni di impennamento si verificano nelle situazioni limite a causa dei foderi compatti, certo ogni cosa ha un pro e un contro, ma la geometria dell’avantreno aiuta a mantenere sempre il controllo anche nei frangenti più impervi. In questi contesti si sente la mancanza del reggisella telescopico che tornerebbe utile per garantire maggior mobilità al pilota.
Le performance della Lapierre Prorace CF derivano da un insieme di condizioni coordinate tra loro, molto importante è ad esempio la pressione degli pneumatici in relazione al peso del biker, al fondo del percorso e al tipo di copertoni utilizzati. I Maxxis Recon Race di serie sono delle ottime soluzioni “tuttofare” soprattutto quando il fondo è asciutto. La larghezza di 2.35 permette una buona impronta a terra, a vantaggio del grip. Durante il test abbiamo provato a montare il copertone posteriore al contrario per avere più grip, cedendo parte della scorrevolezza, sfruttando maggiormente la tassellatura spigolosa nel senso della pedalata. In questo modo si riescono ad affrontare meglio i trail più tecnici o quelli caratterizzati da un fondo irregolare o smosso.
Sebbene il telaio sia di tipo soft-tail è sbalorditivo come alzandosi in piedi si riesca ad esprimere tutti i Watt senza dispersioni. La particolare disposizione delle fibre di carbonio rende il telaio molto rigido in senso torsionale, che in termini pratici equivale a un miglior trasferimento della potenza dalle gambe alla trasmissione e alle ruote.
SRAM ha donato il (quasi) meglio di sé con questa guarnitura X1 e la trasmissione X01 AXS. Il cambio è ineccepibile: sempre preciso e veloce, anche durante le cambiate sotto sforzo, al limite. Certo la cassetta 10-52 è a nostro avviso esagerata, soprattutto il salto di ben 10 denti tra i due pignoni più lunghi. Gli agonisti preferirebbero senza dubbio una scalatura migliore, meno esagerata e più coerente, giocando piuttosto con la corona: 34 denti per i percorsi tecnici e 36 denti per quelli più veloci.
IN DISCESA
Grazie ad un telaio molto performante anche le prestazioni in discesa sono ottime, sebbene la Lapierre Prorace riesca ad esprimere il meglio di sé in salita. L’elasticità verticale del telaio asseconda la maggior parte delle vibrazioni che derivano dal terreno, pur rimanendo una front pura. Allo stesso modo il manubrio in carbonio lo riteniamo una scelta di assoluto valore e sempre più irrinunciabile soprattutto su mountain bike di questo tipo.
In velocità è facile mantenere la traiettoria per merito del peso generale della bici, molto basso, ma soprattutto per i cerchi di qualità. Le ruote Lapierre XC in carbonio ci hanno soddisfatto sotto tutti i punti di vista: sono rigide, scorrevoli e resistenti. Inoltre i raggi aerodinamici donano quel surplus che ne incrementa anche la reattività. Il telaio compatto fa il resto. Rigido nei punti nevralgici e molto preciso, permette di sentire molto bene cosa accade sotto alle ruote consentendo al rider di intervenire in caso di grip al limite.
Abbiamo sentito la mancanza del reggisella telescopico, va detto senza peli sulla lingua. Siamo abituati a trovarlo ormai dappertutto e anche i “Pro” lo usano in gara sebbene incrementi il peso di almeno un paio di etti. Il telescopico permette di abbassare la sella e di creare quindi un sacco di spazio per la mobilità del ciclista. Non si corre più il rischio di prendere la sella in pancia o di mantenere una guida troppo alta correndo il rischio di impuntarsi quando la pendenza si fa importante.
Questo accade nelle discese più tecniche, più ripide e ricche di sassi o drop. Inoltre un avantreno molto basso non agevola la posizione di guida, che d’istinto va spostata più sulla ruota posteriore. Entra poi in gioco la forcella SID Ultimate da 100mm di escursione, un prodotto che ci ha convinti fin dal primo utilizzo (non ha richiesto un rodaggio troppo lungo), scorrevole e precisa, ideale per il cross country.
I freni SRAM sono funzionali e discretamente performanti per il tipo di disciplina, non abbiamo mai rilevato surriscaldamenti dei dischi Centerline, la potenza frenante è buona mentre peccano di poca sensibilità sulla leva.
Anche in discesa la nuova Lapierre Prorace CF 9.9 esprime il proprio carattere corsaiolo, dove spiccano la precisione di guida, la reattività e una leggerezza generale che porta ad una guida anche aggressiva.
NOTE:
I cerchi in carbonio meritano una protezione degna di garantire anche i maltrattamenti peggiori in gara, pertanto vi consigliamo di installare fin da subito degli inserti sia all’anteriore che al posteriore. Un’idea potrebbe essere di usare i nuovi TechnoMousse Blue Vertigo dedicati proprio al cross country.
Non dimenticate di proteggere il telaio. È un’opera d’arte, secondo noi uno dei telai più belli in circolazione e per questo merita di essere protetto con della pellicola trasparente almeno nei punti di maggior contatto con lo sporco, come tra i foderi o sotto alla tubazione diagonale.
CONCLUSIONI:
Si abbassa il sipario sulla Prorace SAT ma entra in scena un nuovo progetto che farà parlare molto di sé: la Lapierre Prorace CF. Un concentrato di tecnologia moderna e funzionale, una mountain bike da cross country destinata soprattutto agli agonisti ma anche agli appassionati che desiderano il massimo delle prestazioni in ambito XC. Il telaio è superlativo, comodo e prestazionale sia per le forsennate competizioni XCO che per le più lunghe Marathon, nelle quali riesce ad essere comodo ma allo stesso tempo reattivo e agile. Il montaggio della 9.9 non lascia spazio a dubbi, un insieme di componenti efficienti e affidabili a partire dal cambio molto preciso fino alle ruote leggere e reattive. L’allestimento 9.9 è pronto gara, non ci sono molti upgrade da applicare per aumentarne ulteriormente le prestazioni, eccetto il reggisella telescopico che però spesso tra gli amatori è ancora oggetto di valutazione. Il prezzo di 6299€ è allineato alle qualità della mountain bike in questione e decisamente concorrenziale rispetto alla media delle cross country con un simile montaggio.
Prezzo di listino: 6299 €
Mancanza del reggisella telescopico.
Qualità e prestazioni del telaio;
Componenti pronto-gara;
Prezzo accattivante.
Link al sito LAPIERRE: www.lapierrebikes.com
Testo: Matteo Pedrech
Foto: Matteo Pedrech e Silvia Rech