DAMIL ENDUROK 27.5
Da ormai due anni Endurok è il riferimento di Damil Components per l’enduro, ruote con cerchi in carbonio e mozzi ricavati dal pieno. Le abbiamo provate per oltre due mesi e in questo test ve le raccontiamo in tutti i loro dettagli.
In autunno siamo stati a visitare la produzione Damil Components, a Valdagno in provincia di Vicenza, incuriositi dalla volontà di analizzare e vedere con i nostri occhi i processi produttivi e le tecniche del noto produttore di ruote. Per chi si fosse perso l’articolo: www.mtbtech.it/2022/11/visita-a-damil-components
Siamo arrivati da Damil dopo oltre un mese dall’inizio della prova delle Damil Endurok, la coppia di ruote che abbiamo voluto stressare per mettere alla prova le loro caratteristiche sul campo, e non per ultimo il fatto di capire se le ruote in carbonio sono dedicate esclusivamente a utilizzatori agonisti o se trovano spazio anche per il pubblico amatoriale.
COME SONO FATTE:
Come tutte le ruote Damil vengono realizzate a mano nella sede di Valdagno, nella quale entra il materiale grezzo ed escono le ruote pronte da utilizzare. Il processo produttivo inizia con la lavorazione delle barre di alluminio 7075 (Ergal) e acciaio 39NiCrMo5 che diventano non solo il corpo del mozzo ma anche i numerosi componenti che assemblati compongono la meccanica. Meccanica che è ingegnerizzata e realizzata dalla torneria Damil, eccetto i cuscinetti, così da avere il controllo completo delle fasi di produzione fino alla commercializzazione. Anche per questo motivo le ruote Damil sono personalizzabili non solo nel colore ma anche nella configurazione dei vari componenti.
Se diciamo Endurok certamente risuona nella mente agli appassionati come “la massima espressione per l’enduro”. Si tratta infatti di ruote ad alte prestazioni realizzate per questa disciplina, sviluppate nel tempo dai piloti Damil per offrire un prodotto estremamente performante ma soprattutto resistente e semplice: punti cardine dai quali è nata la storia di questo brand.
Ma lasciamo da parte le chiacchere e concentriamoci su questo wheel-set composto da cerchi in carbonio unidirezionale T700 Torayca, materiale di altissima qualità caratterizzato da un’elevata resistenza alla trazione, che oltre a mantenere basso il peso, incrementa la rigidità complessiva della struttura. Nate nel 2019, le Endurok hanno subìto un importante aggiornamento nel 2021, anno nel quale i cerchi sono stati rinforzati portando lo spessore dei bordi laterali a 4mm e allargando il canale interno a 29mm. Sempre il canale è caratterizzato da spalle hookless, ossia senza il dentino di ritegno del copertone, in questo modo lo spessore aumenta e la resistenza di pari passo, oltre a garantire una perfetta aderenza del cerchietto (e successivamente della spalla) del copertone stesso. La nastratura è prevista di serie, applicata in fase di montaggio dai tecnici Damil.
Le ruote Endurok prevedono 32 raggi Sapim Race con nipples in Ergal anch’essi Sapim. Tutte le ruote Damil utilizzano nipless e raggi della multinazionale belga Sapim, azienda leader nella produzione di componenti per ruote da ciclismo con oltre 100 anni di storia.
Ma un altro componente chiave delle Endurok sono i mozzi J-Hook. Realizzati in Ergal prevedono inserti a J per i 32 raggi Sapim e sono declinati in numerose versioni per venire in contro alle esigenze del cliente finale. Oltre alle varianti cromatiche possono essere configurati con battuta anteriore da 100 o 110mm e posteriore da 135,142 o 148mm. Allo stesso modo il corpetto può essere Shimano HG/Shimano Microspline/Sram XD, mentre la ruota libera da 60 o 120 ingaggi.
I cuscinetti utilizzati nei mozzi Damil sono realizzati dalla giapponese Ezo, specializzata in questo genere di prodotti. Si tratta di cuscinetti di grandi dimensioni, uno da 10mm a doppio giro di sfere e uno da 7mm nel corpetto, mentre dalla parte opposta è presente un cuscinetto addirittura da 30mm. L’utilizzo di tali componenti va volutamente contro la logica della massima riduzione dei pesi, incrementando però di gran lunga la resistenza e l’affidabilità.
IL TEST:
Finalmente è arrivato il momento che tanto abbiamo sperato, la prova delle nuove Damil Endurok. Ci sono arrivate da 27.5, ideali per essere montate sulla Transition Patrol, mtb da enduro che usiamo dal 2020 per le prove dei componenti. Il mozzo posteriore è caratterizzato dal corpetto Shimano Microspline e dalla ruota libera a 60 ingaggi formata quindi da 4 cricchetti.
Le ruote Damil vengono consegnate pre-assemblate, già tensionate e nastrate, con tanto di valvole dedicate. A tutti gli effetti sono pronte all’uso. I cerchi delle Endurok in carbonio sono neri con le decal grigie. Stesso match cromatico anche per i mozzi, sebbene questi ultimi siano totalmente personalizzabili dall’acquirente in fase di ordinazione.
In primis le abbiamo pesate pronte all’uso, quindi con valvole e nastro, e il peso ha toccato quota 1016g per la ruota posteriore e 862g per quella anteriore. Sebbene non siano le ruote più leggere nel mercato possiamo dire essere comunque valori rispettabili per questo wheel-set declinato all’affidabilità oltre che alle performance. Sappiamo bene che per diminuire peso sarebbe sufficiente ridurre gli spessori dei materiali, utilizzare cuscinetti più piccoli o ridurre il numero di raggi, ma stabilire questo tipo di record non rientra negli obbiettivi di Damil che, per filosofia aziendale, preferisce realizzare ruote che riescano ad equilibrare le caratteristiche di affidabilità e resistenza mantenendo comunque molto alte le prestazioni.
Una volta montati i dischi e il pacco pignoni abbiamo fatto le prime pedalate per controllare fosse tutto ok e…che spettacolo di suono! La ruota libera non emette rumore ma bensì melodia. Per chi ama la meccanica il suono dei cricchetti in acciaio che scattano sulla cremagliera è pura libidine.
Partiamo proprio dalla ruota libera con 60 ingaggi, la quale garantisce un angolo d’ingaggio discretamente basso che permette di avere sempre la pedalata pronta quando è necessario rilanciare. Il fatto di avere un angolo d’ingaggio basso tende ad aumentare il pedal kickback soprattutto sui telai che ne soffrono già per loro natura. Per un utilizzo enduristico, su un telaio come quello della Transition Patrol, il mozzo a 60 punti d’ingaggio ci è piaciuto molto perché lascia quel minimo di gioco al cinematismo che in discesa equivale ad avere una sospensione più attiva. È sott’inteso che il vantaggio di avere la pedalata immediatamente pronta è importante soprattutto per chi punta meno al tempo nelle PS ma cerca una ruota più universale anche per utilizzo amatoriale e all-mountain.
In termini di scorrevolezza queste Damil Endurok si sono rivelate eccezionali, indubbiamente tra le più scorrevoli che abbiamo mai provato. Merito dei cuscinetti di altissima qualità ma anche delle lavorazioni che permettono ai cuscinetti stessi di lavorare perfettamente in asse.
Scorrevolezza eccezionale che durante la guida si tramuta in minor fatica e maggior velocità, caratteristiche che abbiamo piacevolmente notato anche in fase di curva. In queste situazioni si nota immediatamente la rigidità dei mozzi che, sebbene stressati dalle torsioni che si verificano per merito della forcella o del carro posteriore, riescono a mantenere un’ottima scorrevolezza e precisione di guida in tutta la fase di curva. Merito che va anche ai cerchi in carbonio e al tensionamento dei raggi: un insieme che abbatte l’effetto volano permettendo ingressi di curva e cambi di direzione fulminei. In uscita di curva i più smaliziati, coloro che riescono a schiacciare molto sul retrotreno per “pompare” la bici, godono nel sentire come il cerchio scarica a terra tutta la potenza esercitata, facendo letteralmente schizzare in avanti la bici.
Anche i rilanci in piedi sui pedali regalano sorrisoni per come la potenza viene traferita ai pedali, cioè senza filtri, merito della tensionatura dei raggi, verificata manualmente dai tecnici Damil e relativamente alta già di base. Grazie alla presenza dei 32 raggi -al posto dei 28 che caratterizzano le ruote più leggere- le Endurok si dimostrano decisamente affidabili, utilizzabili anche per giornate in bike park o per un pubblico amatoriale che cerca una soluzione dalle alte prestazioni ma che non generi pensieri legati alle rotture. Ammettiamo di essere atterrati più di qualche volta con la ruota posteriore di traverso -sbagliando a chiude un whip- ma la centratura e la tensionatura non hanno subito alcun degrado nel tempo.
Ma il carbonio trasmette troppe vibrazioni?
Domanda lecita che ci è stata posta più di qualche volta. La risposta è NI, cioè: SI se il carbonio è di bassa qualità, NO se il carbonio è di alta qualità. A onor del vero i fattori che entrano in gioco sono molti, tra i quali la disposizione delle fibre e di tutti gli altri componenti quali raggi, mozzi ecc. Possiamo portare lo stesso paragone ai manubri: ci sono manubri in carbonio comodissimi e altri troppo rigidi. Le Damil Endurok utilizzano un carbonio Torayca di alta qualità che non trasmette più vibrazioni di un cerchio in alluminio, anzi, in tutta onestà queste ruote ci sono sembrate più comode, probabilmente anche per la caratteristica del canale hookless che permette alle spalle del copertone di lavorare meglio anche in senso verticale.
Durante tutto il periodo di prova le ruote non hanno mai dato segni di cedimento, di allentamento dei raggi o qualsiasi altro tipo di incertezza. Le abbiamo utilizzate con l’inserto Tyreinvader di Effetto Mariposa, lo stesso che usavamo con i precedenti cerchi in alluminio, e comuni copertoni da enduro, proprio per metterle nelle condizioni di esprimere al meglio le loro caratteristiche. La nastratura è di buona qualità, non abbiamo mai dovuto rifarla e i cali di pressione dovuti ai periodi di inattività non sono stati degni di nota.
CONCLUSIONI:
Le ruote Damil Endurok hanno dovuto sopportare oltre due mesi di sgasate sulla nostra Patrol, tempo nel quale ce le siamo godute in tutte le loro caratteristiche. Alla domanda “se le Endurok in carbonio vanno bene anche per biker amatoriali” la risposta che diamo è decisamente SI, queste ruote non sono troppo rigide da generare una guida nervosa ma bensì l’alta qualità dei materiali e delle lavorazioni le rendono ineccepibili per chi ama la guida sportiva e una vera arma per l’agonista puro, il quale può osare senza indugio contando su una robustezza oltre la media. Non solo robustezza ma soprattutto prestazioni: cambi di direzione fulminei, massima efficienza in curva e una scorrevolezza mai provata prima. Lo scotto da pagare è il prezzo, 1600€ di listino, sebbene confrontato con la media delle ruote in carbonio nel mercato rimane ancora molto invitante.
Prezzo: 1600 €
Peso non dei più bassi.
Qualità dei materiali e delle lavorazioni;
Performance di altissimo livello;
Affidabilità nel tempo.
Link al sito Damil Components: damilcomponents.com
Testo: Matteo Pedrech
Foto: Silvia Rech e Matteo Pedrech